TARQUINIA – Riceviamo e pubblichiamo dal Dipartimento Agricoltura Fratelli d’Italia Tarquinia:
“Gli atti confermano i timori: la domanda di ristoro per i 700.000 di danni stimati per l’alluvione dello scorso febbraio è irricevibile.Scadenza del termine 19.09.2025, presentazione della domanda 25.09.2025”, mette in evidenza Ermanno Lancioni, responsabile del Dipartimento.Il Sindaco Sposetti, come si legge dagli atti, molto bonariamente si era appellato ad una “solidale valutazione” della richiesta presentata fuori tempo massimo, forse non avendo ben chiaro il significato del termine “perentorio”. “La normativa (dgr 10/2017) – specifica Lancioni – prevede infatti che il Comune debba formalizzare la procedura entro il termine perentorio di 45 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di declaratoria del Ministero dell’Agricoltura.
La legge non ammette infatti né errori né approssimazioni.Le scuse avanzate, che vanno dalla carenza di personale, a guasti alla linea telefonica fino al malfunzionamento della posta elettronica certificata non sono state infatti ritenute meritevoli di accoglimento da parte degli uffici competenti. Il Comune ha impiegato ben 51 giorni per completare la richiesta di indennizzo, andando così fuori di 6 giorni rispetto alla scadenza.Tutte le opportunità di finanziamento perse, collezionate dalla giunta Sposetti non partecipando a bandi o rimanendo fuori graduatoria a causa della qualità del progetto, avevano fino ad ora dato prova di una scarsa e preoccupante capacità di programmazione; qui il caso è ancora più grave, in quanto non si riesce più neanche a portare avanti quella che dovrebbe essere l’ordinaria amministrazione.Insomma, dopo le risorse non portate sul territorio, vengono perse anche quelle che spettano di diritto.La domanda ora è semplice, insiste Lancioni: “il Comune come intenderà ora fare fronte ai quasi 700.000 di danni stimati a seguito dell’alluvione dello scorso febbraio?”Il tempo delle scuse era già finito da un pezzo. È ora che la maggioranza cominci a prendersi le proprie responsabilità, senza ogni volta nascondersi dietro un dito.

