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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Esondazione del Marta: Ardis e Regione condannati al risarcimento danni

    TARQUINIA – Il tribunale regionale delle acque pubbliche di Roma, all’esito del giudizio RG.n. 27/2006, ha emesso decisione di primo grado favorevole alle istanze del comitato ‘‘Marina Velca senza fango’’. Nello specifico, il tribunale, aderendo alle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio che ha escluso il carattere di eccezionalità degli eventi esondativi che hanno colpito Tarquinia Lido e Marina Velca negli anni 2004 e 2005, ha ricollegato la causa di detti eventi «essenzialmente alla mancanza di manutenzione dell’alveo del fiume Marta…oltre che alla omessa realizzazione di argini idonei a contenere le portate di piena in una zona esposta al rischio di esondazioni». Il tribunale ha, pertanto, dichiarato «la responsabilità solidale, per l’accaduto, della Regione Lazio e dell’Ardis Lazio», in virtù della violazione degli obblighi di manutenzione dei corsi d’acqua, di sistemazione idrogeologica e di difesa degli abitati dalle inondazioni, ad essi imposti dalla normativa vigente in materia, e ha condannato i suddetti Enti a pagare, in favore dei ricorrenti, le somme a titolo di risarcimento dei danni strutturali agli immobili e di quelli ai beni mobili subiti a seguito delle note alluvioni, nonché le spese di Ctu e le spese legali del giudizio. «Il frutto di un lavoro di squadra del Comitato Marina Velca Senza Fango, nato spontaneamente, tra numerose difficoltà, all’esito dei tragici accadimenti degli anni 2004 e 2005, che ha compiuto, nei confronti degli Enti che per anni avevano supinamente gestito la vivibilità dei luoghi in discorso – dicono dal Comitato – ha raggiunto i propri scopi. Così, in primo luogo, è stata finalmente effettuata la messa in sicurezza del fiume Marta e dei corsi d’acqua limitrofi, sebbene la stessa necessiti ancora di opportuni aggiustamenti e migliorie e, in secondo luogo, è stata sancita la condanna della Regione e dell’Ardis al risarcimento dei danni subiti per fatto e colpa degli enti medesimi».