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    2 Novembre 2011
    HOCKEY. L'esonero di Bendula, Calcagno: "Serviva una scossa"

    di LUCA GROSSI

     

    CIVITAVECCHIA – «E’ stata una decisione che abbiamo dovuto prendere per cercare di dare una scossa alla squadra». Così il presidente dei Pirati Royal Bus Sergio Calcagno ha commentato l’esonero del coach Stefan Bendula, sostituito dal portiere Juray Franko che ricoprirà il ruolo di allenatore-giocatore. «All’inizio della stagione giocavamo con un altro spirito – ha spiegato il patron gialloblu -nNegli ultimi due mesi però siamo caduti troppo in basso. Non parlo di risultati ma di gioco della squadra». Il malessere dei gialloblu non deve essere ricercato secondo Calcagno solo nella partenza dei due americani Doran e Campbell, ‘‘fuggiti’’ a gennaio, nonostante un contratto che li legasse ai gialloblu fino a giugno, bensì da scarse prestazioni di tutta la squadra «che è praticamente la stessa della scorsa stagione – fa notare Calcagno – la stessa capace di raggiungere la Confederation Cup dalla quale invece ora siamo fuori nonostante un livello inferiore del cmpionato». L’esonero di Bendula deve essere stato difficile da attuare visto l’attaccamento dello slovacco alla squadra gialloblu. L’attore, ed a questo punto ex allenatore gialloblu, è infatti stato un giocatore storico del team di Calcagno oltre che uno dei pilastri delle promozioni civitavecchiesi. La sensazione è che si è cercato di trovare un’allontamento morbido a tal punto che la società ha dichiarato che Bendula, nonostante l’esonero, rimarrà nello staff tecnico della squadra. «La nostra volontà è quella di far finire il campionato in una maniera decorosa- ha concluso Calcagno – già a partire dalle sfide che ci vedranno opposti al Milano, che essendo terzo sarà il nostro contendente nel primo turno dei play off».
    La colpa della mancanza di risultati, però, non può essere ricercata solo nell’allenatore slovacco. Lo stesso Bendula nelle scorse settimana spiegava in una intervista la sua impotenza davanti a comportamenti dei giocatori dipesi più da fattori psicologici che sportivi. Come capita in tutti gli sport a pagare sono sempre gli allenatori, anche se la scelta fatta dalla dirigenza gialloblu comporterà un’assunzione di responsabilità importante da parte dei giocatori.