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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Un polo di eccellenza nel campo delle Rsa»

    di ALESSANDRA ROSATI

    TOLFA- Un ‘‘polo di eccellenza’’ nel campo sanitario e delle strutture residenziali per anziani, con particolare riferimento ai malati di Alzheimer. Così è stata presentata stamattina la nuova Rsa ‘‘Quinta stella’’ di Tolfa, una struttura ‘‘aperta’’ e all’avanguardia, realizzata con i migliori mezzi tecnologici. Un progetto da 8 milioni di euro interamente finanziato dai privati e frutto di una proficua intesa pubblico-privata che vede protagonisti il Comune e la ‘‘Tolfa care’’ srl. L’amministratore delegato della srl, Giovanni Rubini, direttore generale della ‘‘Renco’’, azienda leader nella costruzione di impianti petroliferi, ha deciso di intraprendere questa nuova sfida nell’ambito della realizzazione di strutture sanitarie, cominciando proprio dal paese collinare.
    L’edificio di due piani si affaccia sui monti, ma non è isolato. Sorge su via Antonio Gramsci ed è inserito nel tessuto urbano, a ridosso delle abitazioni, in un’area tornata a risplendere dopo decenni trascorsi nell’incuria e nel degrado. Un grande parco pubblico collega la Rsa con il resto del paese, garantendo così l’importante TOLFAintegrazione sociale degli ospiti. Novantasei stanze – di cui 60 destinate ad Rsa in attesa di autorizzazione per l’apertura da parte della Regione Lazio, e 36 destinate a casa di cura – sono l’habitat realizzato per gli ospiti della terza età, che potranno godere di ambienti comuni realizzati come piazze, secondo un’armonia di colori e ambienti che vanno dal bar, al parrucchiere, alla palestra, oltre che ampie terrazze. Nell’ambito delle 60 camere Rsa, è previsto il ‘‘nucleo Alzheimer’’ per 20 posti, «prima struttura nel Lazio con un nucleo codificato». Il settore, altamente specializzato, dalla prossima primavera potrà godere anche di un apposito giardino. Stamattina, ad illustrare tutte le caratteristiche della nuova struttura c’erano il sindaco Alessandro Battilocchio, l’ad Rubini, il direttore della struttura, Anna Maria Palmieri, il direttore sanitario, Vittorio Mesolella e il direttore scientifico, Luisa Bartorelli. Molto soddisfatto il primo cittadino: «Siamo entusiasti, è la struttura più bella d’Italia», ha subito detto. «L’amministrazione comunale – ha spiegato il sindaco – in un tempo molto breve ha raggiunto un risultato storico. Grazie alla sinergia con partner privati attuata mediante un bando ad evidenza pubblica, abbiamo ceduto i terreni per la realizzazione della struttura e consentito a Tolfa di poter godere di un servizio di prim’ordine, non soltanto a livello regionale ma anche interregionale. Un polo eccellente, dunque, sia per la struttura architettonica, sia per la risposta occupazionale che questo polo saprà garantire a chi è specializzato in questo settore, sia per la qualità del servizio sanitario». «Abbiamo costruito nel mondo – ha spiegato poi l’amministratore delegato Giovanni Rubini – un patrimonio immobiliare importante che ci ha permesso di maturare una spiccata cultura industriale nella costruzione degli immobili. Abbiamo deciso di mettere a frutto tutta la nostra esperienza in questa struttura di eccellenza e all’avanguardia, dal punto di vista architettonico ma anche dei servizi, che possono contare su letti di ultima generazione e vasche per bagni speciali a garanzia del benessere dell’anziano». «Perché – ha spiegato la professoressa Bartorelli – non si deve sottovalutare l’importanza dell’ambiente. I quadri, i colori (diversi per ogni piano ndr.) rispecchiano un progetto di cura”. Elemento di qualità della struttura è anche la determinazione nel formare gli operatori. Tante le figure impiegate: dagli infermieri, agli psicologi, terapisti e operatori assistenziali, ma la struttura si avvarrà anche del volontariato e dell’associazionismo locale. Una struttura d’eccellenza, ma non di elite. «Al contrario – ha spiegato Rubini – è aperta a tutti e possiamo dire che è certamente competitiva. In media 50-60 euro al giorno, variabili secondo la gravità dei casi e le esigenze TOLFAassistenziali”. Un ruolo centrale sarà svolto dai parenti. «E’ una struttura aperta – ha spiegato la professoressa Bartorelli – non c’è orario di visita, ma al contrario deve esserci molta animazione e allegria». «Questo progetto – ha spiegato il direttore della struttura Anna Maria Palmieri – rappresenta un punto di equilibrio tra la tecnologia avanzata e l’umanizzazione dell’assistenza. Tutto è stato scelto nell’ottica di ricreare un ambiente familiare, come fosse una casa». «Noi dobbiamo fare di tutto affinché gli ospiti ottengano il massimo – ha concluso il dottor Mesolella – onorando così il nostro logo: la qualità cucita su misura».

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