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    Società
    2 Novembre 2011
    "Civitabella rinasce" con Fondazione e Provincia

    CIVITAVECCHIA – “Civitabella rinasce”. Con questo progetto la cooperativa sociale che rivolge lo sguardo ai diversamente abili, guidata da Roberto Sanzolini, cerca di rimettersi in piedi dopo le disavventure legate alla perdita della sede al Parco Yuri Spinarelli, e lo fa grazie ai 20 mila euro messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e dalla Provincia di Roma. Un progetto che vede le due istituzioni impegnate nel sostegno ai diversamente abili, per promuovere un percorso importante come quello dell’alternanza scuola/lavoro. «L’obiettivo – ha spiegato Sanzolini – è quello di creare un centro produttivo e formativo che possa diventare il fiore all’occhiello per il territorio. Verranno realizzati laboratori di gastronomia, artigianato e ludoteca: il primo passo è ristrutturare la sede, presso i locali ex Ater di largo Piccinato. In una prima fase saranno impegnati i ragazzi dell’IIS Viale Adige, istituto con il quale collaboreremo, poi ci amplieremo, con sei ragazzi per ogni laboratorio previsto». Un progetto interessante, quindi, che la Fondazione Ca.Ri.Civ. ha deciso di accogliere, anche se non totalmente considerando che il restauro vero e proprio di una sede non rientra nelle finalità dell’ente. «Ma siamo andati avanti – ha aggiunto il presidente Vincenzo Cacciaglia – anche in virtù della partnership con la Provincia. Si tratta ancora una volta di una importante iniziativa che giunge dal mondo dell’associazionismo locale, sempre più vivo dal punto di vista della realizzazione di progetti. Sappiamo che gli enti pubblici sono in crisi, e quindi noi li supportiamo come possiamo». Soddisfatta anche l’assessore provinciale alla Scuola Paola Rita Stella che, ringraziando proprio la Fondazione Ca.Ri.Civ., ha sottolineato come il progetto rappresenti un importante tassello nell’ambito dell’integrazione di persone ‘‘svantaggiate’’ nella società e nel mondo del lavoro. «Si sviluppa in questo senso – ha concluso – la cultura della cooperazione sociale: possiamo in questo senso considerare questo un progetto pilota».