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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    "Morra non voleva uccidere"

    di BARBARA LA ROSA

    CIVITAVECCHIA – «Con parole diverse stiamo affermando le stesse cose. Morra ha sempre sostenuto di aver sparato e mirato a terra. L’esame autoptico afferma che il colpo è stato esploso alle gambe, quindi, verso terra. Non mi sembra che ci siamo discostati molto da quanto affermato in precedenza dall’indagato». Con queste parole l’avvocato Giuseppe De Chirico che, insieme al legale Lorenzo Mereu difende le ragioni di Paolo Morra, prende posizione su quanto emerso dall’esame necroscopico effettuato sul corpo del 42enne senegalese.
    «Dagli accertamenti finora effettuati – spiega l’avvocato De Chirico – è risultato che entrambi i colpi erano diretti verso terra. Il primo si è conficcato a circa 44 centimetri da terra sulla parete della villetta del senegalese. Il secondo colpo, quello mortale, è stato rinvenuto nella gamba dell’uomo. Ciò conduce alla naturale conclusione che Morra ha sparato, mirando verso il basso. Il fatto, poi, che il colpo ha colpito il giovane senegalese è frutto, purtroppo, di una terribile fatalità che, però, prescinde da una volontà di uccidere di Morra. D’altronde – continua l’avvocato Giuseppe De Chirico – considerando la ristrettezza spaziale del luogo e la micidialità offensiva dell’arma, è indubbio che se Morra avesse voluto colpire parti vitali dell’uomo, lo avrebbe fatto senza alcun problema. Bisogna stare attenti a giungere a conclusioni troppo affrettate sulla scorta di un unico accertamento. Prima di esprimere un giudizio bisogna necessariamente attendere la chiusura delle indagini preliminari e gli esiti di tutti gli accertamenti predisposti. Nella situazione attuale sono stati raccolti soltanto pochi elementi, abbozzi di conclusioni, prive di qualsiasi certezza; queste dovranno essere necessariamente integrate dalle risultanze degli altri esami. Un ruolo chiave, infatti – chiarisce l’avvocato De Chirico – avrà l’accertamento balistico sui luoghi, sull’arma utilizzata e sullo spazio antistante la casa del senegalese per stabilire se ci sono tracce e residui di polvere da sparo. Tutti gli elementi raccolti saranno in grado di spiegare con sufficiente certezza la direzione dei colpi esplosi. In questi giorni i nostri consulenti tecnici, unitamente con il perito della Procura e quello nominato dal legale del senegalese, hanno più volte visitato il sito per effettuare i vari rilievi. Con tutta probabilità la prossima settimana la perizia sarà completata. Per ora – conclude l’avvocato difensore – non ci resta che attendere serenamente l’esito delle indagini preliminari».
    Intanto sarà allestita lunedì mattina presso l’aula consiliare Renato Pucci la camera OMICIDIOardente in memoria di Cheikh Mory Diouf. Chi vorrà rendere omaggio al feretro potrà, farlo a partire dalle 10 di lunedì mattina fino al pomeriggio della stessa giornata. In serata, infatti, la salma lascerà l’Italia per essere riportata in Senegal a disposizione dei propri familiari. Le spese per il trasporto saranno interamente coperte grazie alla solidarietà della città che sta rispondendo in modo esemplare all’appello lanciato dalle varie istituzini ed associazioni. Nella giornata di domani si svolgerà presso il mercato di Piazza Regina Margherita la vendita per solidarietà degli oggetti di Diouf. Alle 16.30 il vice sindaco Gino Vinaccia accompagnerà i rappresentanti della Consulta delle Comunità straniere di Roma che si recheranno in visita presso i familiari della vittima.