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    Speciale medicina
    2 Novembre 2011
    Svezzamento o divezzamento?

    di SILVIA TAMAGNINI

    Lo svezzamento, o divezzamento è il momento in cui il bambino passa da una dieta lattea a una dieta in cui vengono gradualmente introdotti altri alimenti. Tale esigenza è legata al progressivo aumento dei fabbisogni energetici del giovane organismo, che cambiano anche in termini qualitativi. L’inizio del divezzamento si colloca normalmente intorno al quinto mese di vita; l’organizzazione mondiale della sanità sconsiglia infatti di intraprendere questa strada prima del quarto mese (l’apparato digerente non è ancora pronto per accogliere cibi diversi dal latte materno), ma di non attendere oltre il sesto (per non incappare in carenze nutrizionali). In questo periodo gli enzimi gastrointestinali (sostanze che permettono la digestione dei cibi) sono in grado di assimilare i nuovi alimenti. Oltre il 6° mese il solo latte non è più grado di coprire il fabbisogno calorico, di ferro, rame e di altri minerali. La dieta dello svezzamento va testata procedendo per gradi, senza comunque eliminare del tutto il latte, sia materno che artificiale: pian piano sarà il bambino stesso a voler bere sempre meno latte, integrato poi da alimenti più solidi. All’inizio non sa coordinare la deglutizione pertanto una piccola parte del cibo fuoriesce dalla bocca facendo erroneamente ritenere che quell’alimento non sia di suo gradimento; poco per volta il piccolo imparerà. Bisogna evitare che il bebè senta tensione, anche quando non vuole proprio mangiare, meglio fare un passo indietro e tornare al latte. Il rifiuto può anche significare che il bimbo non gradisce il nuovo alimento e bisogna provare pazientemente qualcosa di diverso. Il modo migliore per affrontare questa fase è mangiare con lui, di modo che per lui il pasto non sia solo un modo per saziarsi, ma anche un momento di gioia da condividere con la famiglia.