logo
    Società
    7 Aprile 2015
    «Modello Lazio», nelle carceri funziona
    ROMA – Verso un modello che funzioni e che consenta di garantire una maggiore sicurezza e dignità per i cittadini detenuti.  Lo dicono i risultati della relazione sull’attività del Garante 2014 inviata ieri come previsto dalla normativa al presidente al presidente del consiglio regionale Daniele Leodori e a tutti i Consiglieri, al Presidente della Regione Nicola Zingaretti e ai componenti della Giunta Regionale.  In 10 anni di attività oltre 110mila colloqui effettuati nelle carceri del Lazio, mille al mese, 120 studenti-detenuti immatricolati alle università del Lazio (rispetto ai 12 censiti nel 2005) che sostengono regolarmente gli esami: un aumento degli iscritti del 575 per cento grazie al Sistema Universitario Penitenziario implementato nel Lazio. Più di 950 detenuti ed ex detenuti avviatigrazie al lavoro prezioso in rete con le cooperative sociali e con i progetti realizzati in partnership con importanti aziende italiane. Sono questi alcuni dei risultati del Modello Lazio per la gestione del disagio penitenziario del Garante dei detenuti del Lazio. Una esperienza che ha anche consentito all’Università di Tor Vergata l’istituzione del Master di II° livello in “Intermediatore del disagio penitenziario”. I risultati sono riepilogati all’interno della Relazione sull’attività del Garante nel 2014 (scaricabile dal seguente link http://www.garantedetenutilazio.it/garante-detenuti-lazio/attachments/article/23/RELAZIONE_2014_definitiva.pdf). 
    «Nel 2003 – ha detto il Garante Angiolo Marroni – il Lazio è stata la prima regione a dotarsi di una Authority per la tutela dei diritti dei reclusi» .