ROMA- Processo con rito immediato per Maurizio Venafro, ex capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e a giudizio finisce anche Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co.. Entrambi sono accusati di turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Venafro, per il quale già era stato chiesto il rinvio a giudizio, ha sollecitato il giudizio immediato, rinunciando così all’udienza preliminare.
Il gup Giovanni Giorgianni ha accolto la richiesta e ha fissato l’udienza per il prossimo 17 febbraio. Per Monge il rinvio a giudizio è stato disposto con il rito ordinario. Il processo si svolgerà davanti ai giudici della seconda sezione penale, che non è la stessa davanti alla quale si sta celebrando il maxiprocesso a Mafia Capitale. La Procura contesta ai due indagati presunti illeciti legati all’assegnazione, nel 2014, dell’appalto del servizio Recup. In particolare, secondo i pm di piazzale Clodio, l’appalto sarebbe stato aggiudicato in un’ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra. La gara fu poi sospesa su iniziativa di Zingaretti dopo gli sviluppi dell’inchiesta su Mafia Capitale. Nel rinviare a giudizio Venafro e Monge, il gup Giorgianni ha ammesso come parti civili la Regione Lazio, la cooperativa Capodarco e la Assoconsum. Nella vicenda dell’appalto del Cup sono coinvolti altri soggetti, già imputati nel maxiprocesso fissato a Rebibbia a partire dal 17 novembre prossimo. Oltre a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, figurano in questo episodio di turbativa d’asta anche Luca Gramazio, quale consigliere regionale del Pdl, Angelo Scozzafava, componente della commissione aggiudicatrice della gara, il manager Fabrizio Franco Testa e alcuni collaboratori di Buzzi. L’ipotesi della Procura è che Testa, Buzzi, Gramazio e Carminati, ciascuno per la sua propria parte, abbiano elaborato il progetto di partecipazione alla gara, «assumendo le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzando il ruolo di Gramazio, espressione dell’opposizione in Consiglio Regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio, una quota dell’appalto».
Cronaca
11 Novembre 2015
Al processo l’ex Capo di Gabinetto del Lazio