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    Amministrazione
    14 Marzo 2020
    Appalto pulizie e portierato, Attig: ''Si sospenda la gara''

    CIVITAVECCHIA – Non si ferma l’impegno della commissione lavoro del Pincio a sostegno dei lavoratori e, in particolare, di quelli coinvolti nell’appalto pulizie e portierato del Comune di Civitavecchia ormai in deroga. Il presidente della Commissione, il consigliere Fabiana Attig, in una lunga lettera inviata al Sindaco ha sottolineato la necessità di sospendere ogni procedura di gara inerente il servizio, così come “qualsiasi altro provvedimento dirigenziale che possa determinare un risultato diverso – ha spiegato il capogruppo della Svolta – da quello scaturito dal confronto politico anche con i gruppi di opposizione. Una procedura che a mio avviso è intrisa di molteplici inosservanze negli atti relativi alla procedura di gara per l’affidamento del servizio triennale di pulizia degli stabili comunali”. 

    Secondo Attig, infatti, un appalto come quello delle pulizie, ad alta intensità di manodopera, dovrebbe prioritariamente puntare sul rispetto e la tutela dei livelli occupazionali “secondo quanto ho potuto rilevare sia dalla Commissione che presiedo – ha spiegato Attig – che dalla conferenza capigruppo che ha condiviso questa impostazione politica, tenuto conto che molti lavoratori impiegati in questo servizio sono spesso costretti a lavorare in condizioni poco favorevoli e con stipendi scarsamente remunerativi”. Ecco perché, a detta del consigliere, solo attraverso una corretta redazione degli atti di gara si può meglio può rispondere a questa esigenza, “La normativa di settore è puntuale nell’imporre alla stazione appaltante tutta una serie di accorgimenti che, in questo caso – ha aggiunto – non sembrano essere stati adottati”. Messa in discussione lo spacchettamento dei due servizi, pulizia da un latoe portierato dall’altro. Secondo Attig i due servizi, seppur differenti, possono essere affidati con un’unica procedura di gara ovviamente suddivisa in due lotti, soprattutto per ridurre tempi e costi, a vantaggio dell’Amministrazione. “Appare irragionevole – si legge – la decisione di affidare il servizio di portierato mediante contratti di somministrazione, così come stanno procedendo gli uffici. L’avvio di questa procedura mette in pericolo la tutela dei lavoratori attualmente impiegati nel contratto di portierato in essere e ciò senza una ragionevole motivazione. A dir il vero quello del portierato è un servizio che merita di essere affidato mediante un contratto di appalto e non invece mediante un rapporto di mera somministrazione di lavoro”. Per quanto riguarda l’appalto di pulizie, invece, così come rilevato anche dala commissione stessa, gli atti di gara non prescriverebbero il monte ore fisso a cui gli operatori economici si devono attenere pena l’esclusione di gara. “Un simile obbligo, oltre ad avere il giusto effetto di consentire all’Amministrazione di poter beneficiare di un servizio che viene espletato in un quantitativo di ore che essa stessa ha previsto – ha sottolineato il presidente della commissione lavoro – produce l’innegabile vantaggio di garantire ai lavoratori impiegati nell’appalto di poter prestare il proprio lavoro per un numero di ore che non sia eccessivamente ridotto. In realtà, è nozione di dominio comune che le ditte che svolgono servizi di pulizia, onde potersi garantire un pur ridotto margine di utile, riducano alcune volte anche drasticamente le ore di servizio, così da poter ridurre i costi. In tale frangente il risultato è lo scarso livello di pulizia garantito e la drastica riduzione delle ore prestate dagli addetti. Verrebbe dunque falsata la procedura di gara nella parte in cui non si prevede alcuna condizione sul monte ore”. Inoltre il capitolato speciale d’appalto individuerebbe un blando e generico obbligo a carico del gestore subentrante di servirsi del personale già impiegato sull’appalto oramai terminato. “In realtà, anche se in ossequio al diritto comunitario – ha spiegato Attig – la clausola sociale deve avere un’interpretazione che non può confliggere con il principio della libera organizzazione di impresa, tuttavia è nel potere della stazione appaltante poter prevedere delle clausole più stringenti proprio al fine di tutelare i livelli minimi di tutela dei lavoratori. Sotto altro profilo, la gara omette del tutto di introdurre tra i criteri premiali delle offerte degli elementi che attribuiscano un punteggio più elevato a quelle offerte in cui il riassorbimento del personale avvenga con forme che tutelino maggiormente i lavoratori”. Anche la base d’asta, a detta della commissione, è stata calcolata in difetto non rispettando dunque i diritti dei lavoratori. 

    Ecco perché, in un momento delicato come quello che sta vivendo il Paese, dopo aver ascoltato i componenti di Commissioni e dei Capigruppo Attig considera doveroso sospendere ogni procedura di gara, “per non rendere inutile – ha concluso – il proseguo del confronto che potrà avvenire con la ripresa dei normali rapporti nelle Commissioni e in Consiglio Comunale”.