logo
    Porto
    9 Maggio 2020
    Porto: la crisi arriva in Regione
    Ieri l'audizione del presidente dell'Autorità di sistema portuale Francesco Maria di Majo. Preoccupa la crisi che ha colpito lo scalo. Delusi i consiglieri Porrello e Tidei, con quest'ultima che chiede un cambio di passo deciso al numero uno di Molo Vespucci

    CIVITAVECCHIA – La crisi del porto di Civitavecchia è stata al centro di un ampio dibattito ieri in Regione, con il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Francesco Maria di Majo ascoltato in audizione in commissione Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti della Regione Lazio, presieduta da Eugenio Patanè, alla presenza dell’assessore regionale Mauro Alessandri, titolare delle deleghe ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità. Obiettivo fare un punto sulla situazione del sistema portuale laziale in emergenza Covid19 e sulle misure da porre in essere nella fase di ripartenza. Il presidente Di Majo ha incentrato la sua lunga relazione quasi esclusivamente sulla situazione del porto di Civitavecchia, facendo solo qualche accenno agli altri due gestiti dall’Autorità, Fiumicino e Gaeta. Dai dati riportati è emerso un quadro molto allarmante, che ha suscitato un ampio dibattito in commissione con gli interventi di Marietta Tidei, Gino De Paolis, Devid Porrello, Giuseppe Simeone, Emiliano Minnucci e, infine, dello stesso assessore Alessandri.

    Di Majo ha iniziato il suo intervento facendo una panoramica sulla situazione dei quattro macro-settori che interessano il porto di Civitavecchia: crocierismo, trasporto passeggeri-autostrade del mare, merci, polo energetico e boa petrolifera. “Tutti i settori, tranne uno, sono in fortissima sofferenza a causa di questa crisi di emergenza sanitaria – ha detto il presidente – Il più colpito di tutti – ha proseguito – è sicuramente quello crocieristico, che ha avuto un crollo vertiginoso nel mese di marzo. Il settore non vedrà ripresa fino a settembre-ottobre”. Anche il settore dei traghetti è in crisi ma in questo settore si prevede una leggera ripresa a giugno-luglio”. Il presidente ha poi spiegato che il settore delle merci è quello meno colpito dalla crisi e dalle misure restrittive: “Il traffico continua a essere svolto, con riduzioni in alcuni comparti ma addirittura in leggero aumento in altri”. Per quanto riguarda il settore energetico, per Di Majo, “anch’esso è in sofferenza, ma la causa non sta tutta nel coronavirus perché esiste una problematica legata alla centrale termoelettrica di Torrevaldaliga nord”. Secondo il presidente “il coronavirus non ha fatto altro che peggiorare questa situazione, con ripercussioni molto impattanti non solo sull’Autorità in termini di minori introiti da tasse portuali ma anche sul territorio, su tutta l’economia locale che gravita intorno alla centrale. Abbiamo chiesto interventi al Ministero dello Sviluppo economico sin dal settembre 2019, prima del coronavirus, mettendo in evidenza l’impatto socioeconomico sul territorio”. Sempre con riferimento al tema dell’energia, Di Majo ha anche fatto cenno al caso di Fiumicino, essendo Civitavecchia il punto di accesso del combustibile per l’aeroporto. “La riduzione del 95 per cento del traffico aereo – ha detto Di Majo – ha ovviamente ridotto drasticamente la richiesta di carburante e quindi, di conseguenza, ha provocato anche qui una grande contrazione delle entrate tributarie dell’ente”. In conclusione, il presidente ha spiegato alla commissione che questo scenario ha determinato “una perdita prevista nel bilancio 2020 di circa 19,8 milioni, una riduzione superiore al 50 per cento delle nostre entrate”.

    “Ci aspettavamo di più – ha commentato il consigliere del M5S Devid Porrello – le risposte non sono state convincenti al massimo, a partire dalla questione legata alla Pas, dove il presidente è stato poco preciso. Tante parole, ma nessuna proposta o soluzione; solo un lungo elenco di opere da realizzare nel medio e lungo periodo, sul quale ovviamente siamo tutti d’accordo”.

    “Ho apprezzato la buona volontà e la precisione con cui il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Francesco Maria di Majo, ha fotografato la realtà e esposto le sue proposte sul porto di Civitavecchia – ha fatto eco Marietta Tidei di Italia Viva – ma le stesse risultano, a mio avviso, insufficienti e non commisurate alle esigenze del porto, soprattutto in questo momento. Anche perché il Presidente è al suo ultimo anno di mandato e oggi sarebbe plausibile raccontare i risultati ottenuti e non solo i progetti. È chiaro che un porto come il nostro che per gran parte vive di crocierismo e traffico passeggeri, in questo momento soffra più di altri ed è per questo che sul traffico dei container bisognerà muoversi con più coraggio di quello esercitato fino ad oggi. In merito a questo ho chiesto all’assessore di aprire anche con il Governo un’interlocuzione sul tema delle concessioni improduttive: è inaccettabile che chi ha una concessione non la utilizzi per svolgere al massimo il suo ruolo. I container movimentati a Civitavecchia sono davvero troppi pochi ed è evidente che non si può bloccare un pezzo di sviluppo importante. Ho detto al Presidente dell’Autorità che ritengo grave la cassa integrazione per la Pas. Venga messo al primo posto il lavoro di queste persone ma anche la garanzia della sicurezza nel porto. In passat  sono stata critica sulle modalità di costituzione e di gestione delle società di interesse generale, ma oggi hanno una forza lavoro importante e il lavoro va tutelato, a maggior ragione oggi che stiamo attraversando un momento di crisi senza precedenti. Sulla questione Zls credo che ancora non ci sia stata quella chiarezza sulle sue direttrici di sviluppo che invece è necessaria e da tempo. Si presenti quanto prima il Piano Strategico che la Regione dovrà approvare – ha concluso Marietta Tidei – e si proceda poi con la memoria di Giunta sullo sviluppo del territorio. Mancano pochi mesi alla scadenza del mandato di Di Majo: ci auguriamo che riesca a imprimere un cambio di passo deciso, a 360 gradi, includendo anche il tema delle infrastrutture e aprendo con la città un dialogo vero. La gravità della situazione impone una programmazione decisamente ambiziosa”.