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    Cronaca
    2 Giugno 2020
    In tanti ieri alla parrocchia SS. Trinità per i funerali
    La città saluta Daniele, un ragazzo «generoso»

    CERVETERI – «Un ragazzo splendido». Un ragazzo che amava volare, che voleva seguire le orme del padre. Un ragazzo sempre pronto ad aiutare la sua comunità, a tendere una mano ai più piccini. Un ragazzo che amava l’avventura. Questo era e per sempre rimarrà nei cuori di chi lo ha conosciuto, Daniele Papa. Ieri in tanti si sono stretti alla famiglia del 23enne morto in un tragico incidente aereo. Il ragazzo si era da poco librato in aria, insieme al pilota, su un biposto, dall’aeroporto dell’Urbe quando si è verificato un problema che li ha costretti a un atterraggio sul fiume Tevere. La cintura di Daniele però non si sarebbe sganciata. Il giovane non sarebbe riuscito a uscire dal velivolo prima che questi si inabissasse. A ritrovare e a recuperare il suo corpo, ancora all’interno della carlinga del biposto, i sommozzatori dei vigili del fuoco dopo oltre 48 ore di estenuanti ricerche.

    E ieri, nella città etrusca, in tanti si sono voluti stringere al dolore della famiglia per salutare per l’ultima volta quel ragazzo «generoso, attento e disponibile», proprio come don Mario lo ha descritto al vescovo monsignor Gino Reali. « Dopo aver partecipato alla catechesi ha continuato nel gruppo adolescenti e giovani rendendosi sempre più disponibile verso i ragazzi, animando molti centri estivi e ricreativi organizzati dalla parrocchia. Il suo sogno era poter diventare un bravo pilota come suo padre Mario».Attenzione, quella di Daniele per i più piccoli che anche i suoi amici hanno voluto ricordare. «Sei stato, sei e sarai unico, speciale. Un ragazzo dalle mille risorse. Hai sempre messo gli altri al primo posto. Non scorderemo mai la tua gioia di vivere». «Quando viene a mancare un ragazzo così giovane, a prescindere da quello che sia stato il suo impegno all’interno della comunità – ha detto il sindaco Alessio Pascucci – è comunque un dolore. Sicuramente questa notizia che non volevamo ricevere ha provato molto la nostra comunità».