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    Cronaca
    7 Luglio 2020
    Violenza sessuale aggravata su una minorenne disabile: condannato a otto anni il fisioterapista di Tarquinia

    TARQUINIA –  Rischiava dai 12 ai 24 anni di carcere con l’accusa di violenza sessuale  aggravata continuata nei confronti di una bambina di otto anni disabile residente in un comune del viterbese che aveva in cura come fisioterapista.

    Il 35enne di Tarquinia, D. C., arrestato a settembre del 2019 e ristretto presso il carcere Mammagialla di Viterbo, è stato condannato oggi ad otto anni di reclusione. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Eliana Dolce, aveva chiesto una condanna a 7 anni di carcere.Il giudice per le indagini preliminari,Francesco Rigato del tribunale di Viterbo, ha dato lettura della sentenza di condanna, avvenuta con giudizio per rito abbreviato, questo pomeriggio, dopo che, prima della sentenza, in mattinata,  era stato ascoltato il perito che aveva  sottoposto a perizia il fisioterapista su richiesta dei legali dello stesso 35enne, gli avvocati  Claudia Trippanera e Lorenzo Lepri.

    Il perito non ha riconosciuto l’incapacità in capo al professionista, ritenendo al contrario D. C. sano di mente e in grado di intendere e di volere. Il 35 enne, come si ricorderà, lavorava presso il Bambin Gesù di Santa Marinella e svolgeva anche assistenza domiciliare privata, peraltro vietata dal regolamento della struttura sanitaria presso la quale lavorava, come fisioterapista e osteopata.Schiaccianti le prove prodotte dagli uomini della Squadra Mobile di Viterbo – sezione Minori – che  avevano spinto i legali a ricorrere proprio al rito abbreviato per ottenere uno sconto della pena. L’uomo, secondo quanto ricostruito,  avrebbe abusato più volte della ragazzina affetta da una grave disabilità e non vedente. Fu proprio la denuncia circostanziata della famiglia della vittima ad avviare le indagini che inchiodano il fisioterapista alle sue responsabilità. Per la difesa comunque un risultato importante considerate le circostanze: confessione piena, parziale risarcimento del danno già avvenuto, rito abbreviato senza passare da un processo vero e proprio.

    “In un processo così delicato e doloroso per tutte le parti coinvolte, – ha commentato l’avvocato Claudia Trippanera -sono soddisfatta per aver ottenuto una pena che ritengo giusta nel caso di specie”. “E’ stata una vicenda processuale complessa – ha aggiunto l’avvocato Lepri – considerati tutti gli interessi delle parti coinvolte”. “Premesso che le sentenze vanno sempre rispettate – hanno concluso i due legali – valuteremo solo al deposito delle motivazioni ogni più opportuna decisione”.