logo
    Porto
    1 Agosto 2020
    Il segretario generale ha comunicato l’intenzione di rimettere l’incarico per “giusta causa” dopo una serie di contestazioni del presidente
    Caos Adsp: Macii si dimette e sfida Di Majo
    Nei giorni scorsi intanto si è fatta interrogare dalla Polizia per difendersi dall’accusa di peculato d’uso

    CIVITAVECCHIA – Che non corresse buon sangue e che i rapporti fossero ormai logori, e non certo improntati a quella collaborazione che dovrebbe essere naturale tra le due massime cariche dell’ente, era evidente. Ma che si arrivasse a questo punto, con le dimissioni del segretario generale Roberta Macii a pochi mesi dalla scadenza del mandato del presidente Francesco Maria di Majo, non era così scontato. Eppure questo è il modo in cui – il condizionale è d’obbligo perché tutte le bocche sono rigorosamente cucite – si sarebbe chiusa la settimana a Molo Vespucci, con Macii che ha rassegnato le proprie dimissioni “per giusta causa”. Così quanto messo nero su bianco in una lettera.

    Ma quale sarebbe la giusta causa? Una serie di azioni contro la sua persona messe in atto dal presidente stesso – non è un mistero che Di Majo da tempo stia cercando un modo per allontanarla da Molo Vespucci – e culminate con l’ultima lettera a firma del presidente con la quale le vengono formalizzate una serie di contestazioni legate in modo particolare alla gestione del personale. Lettera alla quale la segretaria generale ha risposto sì con delle controdeduzioni, ma anche rassegnando appunto le proprie dimissioni per giusta causa. Decisione che, se fosse confermata, con ogni probabilità aprirebbe la strada ad un contenzioso contro l’ente, l’ennesimo.

    Adesso bisognerà capire quelli che saranno i prossimi passi, se il presidente, a quattro mesi dalla scadenza del mandato, accoglierà le dimissioni e nominerà un nuovo segretario che rimarrà in carica quattro anni, come da contratto, e quindi affiancherà anche il prossimo presidente o meno. O comunque quello che accadrà se e quando la vicenda approderà in comitato di gestione dove il presidente rischia di trovarsi isolato.

    Ma è stata una settimana calda anche sotto altri punti di vista per la stessa Macii che, nei giorni scorsi, si è recata negli uffici della Polizia di frontiera per essere interrogata nell’ambito di un’indagine scattata già a fine dello scorso anno. Inizialmente il segretario generale era stato accusato di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio dell’ente per scopi a quanto pare non legittimi secondo la Procura che ha aperto un fascicolo sul caso.

    A gennaio Macii era già stata ascoltata, mentre nei giorni scorsi ha chiesto lei stessa di essere interrogata, con l’accusa derubricata nel frattempo a peculato d’uso. «Consapevole di non aver commesso alcun reato – hanno spiegato gli avvocati Lorenzo Mereu e Dario Vannetiello, quest’ultimo noto cassazionista romano che ha difeso tra l’altro diversi boss di camorra tra cui recentemente Domenico Pagnozzi – ha chiesto, già nella fase delle indagini, di essere interrogata sulle circostanze contestate ed afferenti all’utilizzo dell’autovettura di servizio per uso personale in determinate occasioni. Nel corso del lungo interrogatorio si è fermamente protestata innocente, fornendo una puntuale e precisa giustificazione dell’utilizzo delle auto nelle circostanze per le quali era necessario un chiarimento. Nutriamo nell’operato della magistratura
    la massima fiducia».

    Un’indagine nata da un esposto e che oggi sembra andare verso la chiusura e dovrà accertare se l’uso dell’auto soprattutto per i viaggi tra Civitavecchia e Piombino – testimoniati anche da alcune multe – fosse legittimo o meno.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA