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    Amministrazione, Salute
    18 Agosto 2020
    Gli agenti impegnati nel trasferimento di alcuni immigrati positivi al virus, 'armati fino ai denti' per difendersi dal contagio
    Covid, al centro accoglienza Rocca di Papa poliziotti con camici, casco e scudo

    ROMA – Al centro di accoglienza a Rocca di Papa gli Operatori della Polizia di Stato in servizio al Reparto Mobile, impegnati per il trasferimento di alcuni immigrati positivi all’Ospedale militare Celio, per contenere il rischio di un eventuale contagio COVID-19 hanno indossato camice, casco e scudo.

    “Giorno dopo giorno – commenta Antonio de Lieto, Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) – i rischi di contagio da coronavirus per gli Operatori di Polizia aumentano sempre più. Dagli sbarchi indiscriminati e fuori controllo, alle fughe dai centri di accoglienza e dai porti, ove attraccano le navi che trasportano immigrati ecc. Ormai è sotto gli occhi di tutti che l’attuale esecutivo lascerà porti e confini terrestri ‘spalancati’ e in questo modo certamente il problema non si risolve ma è destinato ad ingrossarsi”.

    Secondo il leader del LI.SI.PO. la strategia attuata dal Ministro dell’Interno e dal Ministro degli Esteri, nel corso della visita a Tunisi non darà il risultato sperato.

    Gli italiani hanno rispettato e rispettano tutt’ora tutte le restrizioni imposte dal Governo, – conclude – viene spontaneo chiedersi perché gli stranieri ospitati a spese dei contribuenti sebbene non rispettano le prescrizioni non vengono sanzionati come gli Italiani, e perché no,  rispediti nel loro Paese? L’Italia non si difende con le solite promesse o le chiacchiere da bar, il nostro Paese si difende con i fatti concreti, fatti che ad oggi non si sono  visti”.