logo
    Cultura e Spettacoli
    10 Settembre 2020
    Quarto romanzo del noto autore civitavecchiese in coppia con il video maker diplomato al Lee Strasberg institute
    Saladini e Lucidi nella giungla nera

    ROBERTO FIORENTINI

    È davvero nera la giungla di Roma giungla, quarto romanzo di Gino Saladini, questa volta in coppia con Christian Lucidi, edito da Marsilio. Nera, anzi nerissima. Nera perché in questo libro lo scrittore ( e medico legale e criminologo e chi più ne ha più ne metta ) abbandona il raffinato giallo storico di Hypnos e L’uccisore a favore di un crime durissimo, ambientato ai nostri giorni. Nera perché un elemento importantissimo è costituito dal ruolo importantissimo della mafia nigeriana nel plot narrativo. Qualcosa che nei noir italiani probabilmente non si è mai visto. Chi ha letto ed apprezzato i lavori precedenti di Saladini potrebbe rimane sorpreso dallo stile secco e violento della prosa di Roma Giungla, in cui si intuisce il contributo stilistico di Christian Lucidi, video maker diplomato al Lee Strasberg Institute di New York. Lo stile narrativo rimanda ai maestri americani del genere, Don Winslow su tutti, e al pop postmoderno di Bret Easton Ellis. E forse ad alcune serie tv decisamente crime da True Detective fino alle italiane Suburra e Gomorra. Il protagonista è un agente della DCSA, la Direzione Centrale per I Servizi Antidroga, Sandro Sparta. Il cognome non sembra essere stato scelto a caso. Stiamo parlando di un vero duro, forgiato nel corpo e nello spirito dal Wing Chun, un’arte marziale cinese, evolutasi dal Kung Fu. Provato da una vita complicata, trascorsa come agente sotto copertura e dalle troppe Gauloises. Amato da tante donne, usate solo per il sesso. Ferito al cuore e non solo in modo figurato. Uno che Daniel Craig potrebbe interpretare benissimo: 55 anni, robusto, alto un metro e ottantasei, occhi di un azzurro minerale. Accanto a Sparta due antagonisti. Filippo ‘U Bellu, anziano ed affascinante ‘ndraghetista che assomiglia ad Alain Delon e Henry Boezie, bello e carismatico artista nigeriano che in realtà è il capo di una feroce confraternita criminale. Trattandosi di un serratissimo poliziesco non diremo nulla sulla trama. Basti al lettore sapere che il tema è il traffico internazionale della cocaina, che dalla Colombia i calabresi, con la complicità della mafia nigeriana, fanno arrivare, nascosta nei containers, al Porto di Civitavecchia. Civitavecchia è lo sfondo principale del romanzo. Raccontata in tutti i suoi aspetti, dal Porto al centro città, fino alle periferie e le campagne dei dintorni. Civitavecchia è estremamente riconoscibile ma lo sfondo potrebbe essere una qualsiasi altra città portuale e la storia funzionerebbe lo stesso. Il lettore civitavecchiese, però, individuerà con indiscutibile piacere moltissimi luoghi descritti, con grande precisione, nella loro bellezza ma talvolta anche nel loro squallore. E forse riconoscerà anche qualche personaggio secondario, che sembra somigliante a qualche civitavecchiese reale. Compaiono anche alcuni personaggi femminili, di grande fascino e complessità, che rivestono ruoli tutt’altro che secondari nella vicenda. Il linguaggio è ruvido, diretto, sfrontato, estremamente cinematografico e “parlato”. La violenza è tanta, spesso estremamente efferata. Il sesso esplicito e mai romantico. Il racconto ti aggancia al basso ventre e non ti molla fino a che non arrivi al fondo del libro, dove finalmente si svela che fine ha fatto il carico di droga che scompare all’inizio. Qua e là si scorgono alcuni elementi già presenti in tutti i romanzi dello scrittore civitavecchiese. In primis la fascinazione per l’esoterismo, qui rappresentato dai riti di Alaba, bellissima sacerdotessa nigeriana del Vudu e cartomante infallibile. Quindi la passione per i santuari, raccontata attraverso la suggestiva descrizione del santuario della Madonna ‘r Muntagna di Polsi, sacro per la Ndragheta, che si trova vicino a San Luca, storica roccaforte della malavita calabrese. Oltre a Civitavecchia e alla Calabria, le altre locations sono ovviamente Roma, Lagos in Nigeria e Monaco di Baviera, sede finanziaria della ‘ndrangheta multinazionale dei colletti bianchi. Il romanzo ha davvero tutte le caratteristiche per divertire ed appassionare il lettore ed anche per essere trasformato in un film o in una serie tv. E non sarebbe davvero male vedere una serie tv ambientata nella nostra città.