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    Cronaca, Sanità
    17 Ottobre 2020
    Non usa mezzi termini il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl alla luce dei nuovi sette contagi in città
    Covid, Ursino: ”Siamo preoccupati: stiamo rischiando”
    Si lavora nelle Rsa per evitare nuovi cluster: allarme al Santa Cecilia con alcuni test rapidi positivi

    Sette nuovi casi a Civitavecchia e tre guariti. È il bilancio odierno comunicato dalla task force regionale per l’emergenza coronavirus. La città sale a quota 75 positivi. Si tratta di una donna di 48 anni sintomatica, donna di 39 sintomatica, un ragazzo di 20 sintomatico, una donna di 70 asintomatica, un uomo di 66 asintomatico, una donna di 44 asintomatica e un uomo di 51 sintomatico. Salgono i casi anche nel comprensorio: 8 a Ladispoli, 1 a Tolfa e 5 a Santa Marinella. Numeri che continuano a salire nonostante tutto. «Siamo molto preoccupati – ha spiegato il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Roma 4 Simona Ursino – stiamo rischiando e soprattutto non ci sono dati che ci facciano pensare ad una controtendenza, anzi: ci fanno pensare agli scenari peggiori». Proprio a partire da ieri, infatti, l’Istituto nazionale di malattie infettive, Lazzaro Spallanzani accetta solo pazienti covid. «Questa disposizione – spiegano dalla Regione Lazio – concordata con la direzione sanitaria e con tutta la rete ospedaliera del Servizio sanitario regionale, è necessaria per garantire la disponibilità dei posti letto per l’emergenza Sars CoV-2». Ma come si sta muovendo la Asl Roma 4 per far fronte al meglio a questa nuova ondata? A rispondere è sempre la dottoressa Ursino. «In primo luogo – ha detto – cerchiamo di mantenerci integri noi essendo particolarmente scrupolosi, poi cercando di assumere ancora più personale. È importante che il sistema garantisca assistenza a chi è positivo al covid e si trova a casa». Un aiuto arriva dalla tecnologia, tra kit per la misurazione dei parametri e applicazioni o piattaforme come Lazio Advice. C’è poi il fronte delle Rsa che tanto ha pagato durante la prima ondata in termini di vite umane. Proprio giovedì è scattato un allarme al Santa Cecilia dove sono stati effettuati test rapidi su tutti e sono state trove alcune positività, ora la Asl Roma 4 è in attesa dell’esito del molecolare. «Per le Rsa ci stiamo muovendo su due programmazioni parallele. Il primo riguarda gli screening programmati – ha detto Ursino – nelle strutture. Poi siamo pronti ad intervenire al primo evento sentinella come ad esempio per il Santa Cecilia». In generale le visite nelle strutture sono già state interrotte «certo gli operatori – ha sottolineato il direttore del dipartimento di prevenzione – hanno una propria vita e contatti esterni, dobbiamo fare in modo che le strutture si attrezzino in modo autonomo per i test, qualcuno lo ha già fatto». Un aiuto importante dovrebbe arrivare in questi giorni dai laboratori privati che inizieranno ad effettuare i test antigenici per la rilevazione del covid autonomamente. C’è poi in ballo la questione dei test negli studi di medici e pediatri di libera scelta, altro fattore importante per alleggerire la pressione sulla Asl che proprio in queste settimane sta soffrendo a causa del grande numero di tamponi che vengono prescritti, spesso troppo leggermente, ai pazienti da mmg o pls. «Le difficoltà non sono poche – ha concluso Ursino – noi comunque cerchiamo di collaborare con loro anche tramite gruppi whatsapp. La situazione è sicuramente difficile e penso che se non si capisce che ognuno è responsabile in prima persona, limitando quindi contatti e rischi, non ne usciamo. Bisogna ritrovare il proprio senso civico».