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    Sanità, Speciale medicina
    19 Febbraio 2021
    A Padova intervento con un'incisione di 6 centimetri, il paziente sta bene ed è stato dimesso
    Operazione record, rimosso in laparoscopia rene gigante da 23 chili

    CIVITAVECCHIA – Una massa di 23 chili ‘sfilata’ attraverso un foro di 6 centimetri. E’ l’intervento chirurgico mininvasivo che a Padova ha permesso di rimuovere un “rene policistico gigante”, con un “peso record”, in un uomo di 58 anni che presentava un “addome dilatato enormemente per la compressione esercitata” dall’organo malato, raccontano i sanitari, e “una quasi completa incapacità di alimentarsi e muoversi”.

    Nell’Unità operativa complessa di Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas dell’Azienda ospedale/università di Padova, Uoc diretta da Paolo Rigotti, Lucrezia Furian, chirurgo e primo operatore, ha guidato un’équipe di 9 professionisti ed è riuscita ad asportare la gigantesca massa. L’intervento, eseguito qualche giorno fa in laparoscopia, è durato 4 ore. Il paziente dopo 6 giorni di degenza dall’operazione “è stato dimesso senza complicazioni – riferiscono dall’ospedale – ritornando a casa, con grande soddisfazione per la rapida ripresa avuta”.

    La tecnica laparoscopica usata per rimuovere la massa e il rene deformato – ricorda una nota – prevede che, tramite piccole incisioni di un centimetro attraverso cui si inseriscono gli strumenti laparoscopici, il rene venga isolato dalle strutture circostanti per poi essere inserito in un apposito sacchetto che, avvicinato alla cute del paziente, permette l’aspirazione del liquido delle cisti senza contaminare la cavità addominale. Una volta ridotte le dimensioni del rene, l’organo può venire estratto attraverso una piccola incisione nella parte più bassa dell’addome, come è avvenuto nel caso padovano.

    “Lo sviluppo di tecniche chirurgiche sempre meno invasive, ma altrettanto sicure” è “da molti anni” un obiettivo dell’Uoc diretta da Rigotti, che “applica e promuove l’utilizzo di metodiche mininvasive laparoscopiche e robotiche – prosegue la nota – anche nell’ambito della donazione di rene ai fini di trapianto”.

    “Per rimuovere masse tanto voluminose – evidenziano dall’ospedale universitario – generalmente i pazienti devono essere sottoposti a un’importante incisione al centro dell’addome, ma in questo caso l’intervento di nefrectomia di un rene di dimensioni massive è stato eseguito con la sola tecnica mininvasiva laparoscopica”.

    Il rene policistico autosomico dominante (Adpkd) colpisce circa una persona su mille ed è una delle malattie genetiche più comuni, spiegano gli esperti. La patologia progredisce lentamente e provoca il dilatarsi di tubuli renali, normalmente dello spessore di un capello, fino a formare dei palloncini pieni di liquido, chiamati cisti. Queste cisti crescono sia per numero che per dimensione durante la vita di un individuo, e causano la perdita totale della funzione dei reni nella metà dei pazienti, che devono pertanto sottoporsi a dialisi o trapianto renale. Oltre a provocare la perdita della funzionalità dei reni (Adpkd rappresenta la quarta causa di insufficienza renale cronica nel mondo), la crescita delle dimensioni dei reni può comportare in alcuni casi la completa occupazione della cavità addominale da parte dei reni, che diventano masse talmente voluminose da impedire una normale qualità di vita ai pazienti.