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    Economia e Lavoro
    15 Marzo 2021
    L'allarme del rappresentante dell'associazione Mppp: ''120 miliari di consumi in meno rispetto al 2019''
    Nunzi: ”Economia indietro di vent’anni”

    CIVITAVECCHIA – “Il pil attuale che ha visto un calo del 10,8% riporta la nostra economia indietro di circa venti anni, al 1997”.

    A lanciare l’allarme è il rappresentante dell’associazione Meno poltrone più panchine Tullio Nunzi che prosegue: “Se però si dovesse fare un riferimento ad un anno precedente,si dovrebbe arrivare al 1944; un anno con una economia di guerra, ma senza la speranza e la certezza di una ripresa. Navighiamo nella incertezza,che è l’elemento più distruttivo per una impresa”.

    Rispetto al 2019 ci sono stati 120 miliardi di consumi in meno; per capire meglio,come se ogni cittadino di Civitavecchia avesse speso 2mila euro in meno a testa. Il nuovo lockdown causerà una perdita di 15 miliardi.

    “La zona rossa – sottolinea – aggrava ancora più la situazione: ogni stop di week end costa due miliardi di euro di consumi. La chiusura di questo periodo costerà 15 miliardi,in particolare per ristoranti alberghi”.

    Secondo Nunzi sono il terziario ed i servizi a pagare il prezzo più alto. “269 mila autonomi – spiega – tra il 2020-21,con un rischio chiusura di circa 450 mila imprese,e con 2 milioni di addetti. A Civitavecchia si aggiunge la crisi del crocerismo che annualmente lasciava  in città 100 milioni di euro. Una situazione devastante per il settore della ristorazione, quello alberghiero, dello sport e della cultura. Ovvio che nessuno mette in dubbio la necessità di un serio contrasto al covid, anzi, ma bisogna anche pensare alla difesa del territorio produttivo; saper conciliare salute e ripresa economica. Indennizzi seri sulla base del fatturato,una revisione profonda dei costi di gestione (affitti, utenze, lavoro) abbattimenti o meglio azzeramenti di tasse, almeno da riparametrare su nuovi livelli di ricavi e non su quelli passati;un accesso al credito facilitato. In momenti difficili come questi è alto il rischio di intromissioni malavitose. Una cosa è certa rischiamo di perdere un intero sistema produttivo che ci è stato copiato anche dall’estero, che ha creato lavoro e benessere, che ha animato centri storici e periferie; ha portato turismo;rischiamo di perdere una nostra identità e specificità. Ad un settore che sta subendo danni irreversibili – conclude Nunzi – vanno date risposte immediate,a tutti i livelli.Almeno per la sua sopravvivenza:pena la sua scomparsa”.