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    Salute, Sanità, Speciale medicina
    4 Aprile 2021
    Tumori alla prostata, al San Giovanni di Roma percorso certificato a misura paziente

    ROMA – A misura di paziente e ora certificato dall’Ente internazionale Bureau Veritas. L’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 per il suo Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (Pdta) dedicato al tumore della prostata, nell’ambito di un progetto reso possibile grazie al sostegno incondizionato di Astellas. Missione: presa in carico rapida ed efficace, offerta ampia e innovativa di opportunità diagnostiche, terapeutiche e assistenziali secondo le più recenti linee guida internazionali. Il lavoro che ha portato alla certificazione del Pdta della prostata del San Giovanni Addolorata, riferimento regionale per l’oncologia, è iniziato diversi anni fa, esattamente nel 2008.

    “Siamo orgogliosi – dichiara Tiziana Frittelli, Direttore Generale Ao San Giovanni Addolorata – di questa prestigiosa certificazione internazionale riconosciuta al nostro Pdta del tumore prostatico, frutto di un efficace e integrato lavoro di squadra. Ringraziamo i nostri professionisti per questo fondamentale traguardo, che non è certo un punto d’arrivo ma un tendere costante e continuo verso il miglioramento della qualità di un servizio sempre più a misura di paziente”. Il processo che ha portato alla certificazione di qualità è partito “con una riorganizzazione complessiva delle prestazioni per i pazienti con tumore della prostata – spiega Gianluca D’Elia, direttore Urologia Dipartimento chirurgia – oggi avviene l’ufficializzazione di questo percorso che assume quindi una cifra e un valore aggiunto che danno prestigio all’azienda”.

    Una tappa, continua D’Elia, “molto importante anche perché la certificazione è internazionale e l’utente che si presenta da noi è sicuro di ricevere prestazioni di alta qualità”. I carcinomi della prostata sono tra i tumori più diffusi nel Lazio con circa 3mila nuovi casi l’anno e diverse migliaia di uomini laziali che convivono con queste neoplasie.

    “Nella nostra azienda – riferisce D’Elia – vediamo almeno 600 nuovi casi di tumore prostatico all’anno; di questi circa la metà riceve un trattamento chirurgico, che si avvale della chirurgia robotica più avanzata e poco invasiva con migliori risultati a medio e lungo termine. La certificazione ISO del percorso diagnostico-terapeutico del tumore prostatico ci aiuta anche a fronteggiare meglio la criticità legata alle ondate pandemiche da Covid-19”.Il cancro della prostata è un tumore molto frequente “e subdolo – osserva D’Elia – che per fortuna riusciamo a diagnosticare sempre più precocemente. Nel Pdta del tumore prostatico sono coinvolte diverse figure professionali: urologi, oncologi, radioterapisti e importanti figure professionali infermieristiche. L’urologo è la figura centrale che si fa carico della parte diagnostica e chirurgica attraverso scelte sempre condivise con la squadra multidisciplinare”. Il percorso è imperniato su un team multidisciplinare che si fa carico del paziente, lo accompagna e rende meno arduo il passaggio da una fase all’altra della malattia.

    “Siamo molto soddisfatti dell’obiettivo raggiunto dopo gli enormi sforzi compiuti per riorganizzare il percorso di cura del paziente con tumore della prostata – sottolinea Mauro Minelli, direttore Oncologia medica Polo Oncologico Ao San Giovanni Addolorata – Nella nostra Oncologia medica sono in trattamento attualmente circa 60-70 pazienti con malattia avanzata, che necessita di diversi trattamenti farmacologici. Purtroppo, il tumore della prostata spesso viene diagnosticato quando è troppo tardi, da qui la necessità che gli uomini mettano in pratica alcuni buoni comportamenti e azioni per la salute uro-genitale: in primo luogo, una sana alimentazione, di qualità e senza eccessi; l’assunzione di molti liquidi durante la giornata; un’attività fisica regolare e continuativa; l’abolizione del fumo, importante fattore di rischio per il tumore della prostata”.”Inoltre – aggiunge Minelli – soprattutto se è presente familiarità, dopo i 45-50 anni anche se non si manifestano disturbi urinari è opportuno sottoporsi ad una semplice visita clinica dall’urologo e, dietro consiglio dello specialista, effettuare l’esame del PSA. Tutto questo almeno una volta ogni due anni a seconda delle condizioni di salute. Solo così è possibile intercettare precocemente un tumore della prostata in stadio iniziale, che oggi è possibile curare e guarire”.

    Per i tumori uro-genitali maschili i programmi di screening sono carenti e hanno poche adesioni, segnalano gli esperti. Questo è uno dei motivi per cui la diagnosi e gli stessi trattamenti a volte presentano qualche difficoltà, che può essere affrontata con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale con al centro la figura dell’urologo e dell’oncologo medico. Patologie come il cancro alla prostata richiedono il coinvolgimento nel percorso di diagnosi e cura di molteplici figure specialistiche, inclusa quella del radioterapista, che in anni recenti ha assunto una rilevanza pari a quella dell’urologo e dell’oncologo medico.

    “Tutte le fasi della malattia prostatica possono beneficiare di un trattamento radioterapico – dichiara Ugo de Paula, già Direttore di Radioterapia oncologica al San Giovanni Addolorata – . Nelle fasi avanzate la radioterapia può trovare impiego nel trattamento delle metastasi a scopo sintomatico-palliativo. Da alcuni anni abbiamo attivato l’ambulatorio di terapie palliative rapide, per dare una risposta di rapido effetto in caso di metastasi scheletriche particolarmente dolorose. Il radioterapista si interfaccia e si confronta subito dopo la diagnosi con le altre figure professionali, in particolare l’urologo e l’oncologo, e poi con il paziente con il quale condivide la scelta ultima di terapia, i risultati attesi e i suoi possibili effetti collaterali”.

    Il modello di PDTA certificato riflette una tipologia di governance clinica basata su specifici percorsi formalizzati, su protocolli clinico-organizzativi, condivisi tra le varie Unità operative coinvolte, e su un adeguato sistema di monitoraggio delle performance. “Astellas ha sempre dato molta importanza alla partnership pubblico-privato – conclude Enrico Belviso, Responsabile Market Access&Government Affairs di Astellas Pharma – vogliamo con questo rispondere alla domanda di salute dei pazienti e dei cittadini e, al tempo stesso, alle esigenze della sanità pubblica di reperire risorse per garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale e regionale. La collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma per la certificazione del Pdta del tumore prostatico rappresenta uno strumento concreto per rendere efficiente e di qualità la presa in carico e la cura del paziente anche attraverso una precisa organizzazione e sostenibilità del percorso”.