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    Cronaca
    11 Aprile 2021
    Incertezze e aiuti insufficienti, i commercianti annaspano e c'è voglia di cambiamento
    Ristoratori al limite: categoria in ginocchio

    CIVITAVECCHIA  – Il settore della ristorazione è stremato. I commercianti annaspano, giorno dopo giorno, senza certezze a cui aggrapparsi o aiuti mirati e puntuali su cui fare affidamento. C’è rabbia, disperazione e, a volte, rassegnazione. C’è chi ha già dato tutto quello che poteva e si è arreso, chi continua a lottare ma la situazione è tragica e c’è già chi pensa a riaprire per sopravvivere. La disperazione di chi le sta provando tutte, di chi si vede sbeffeggiato da aiuti che tardano ad arrivare e da tempi sempre più incerti.

    «Io sono in grado di reggere ancora un po’ – ha detto Andrea Palmieri, Red Carpet – ma ci sono tanti colleghi in difficoltà e altri che hanno già chiuso o svenduto le loro attività per sopravvivere. I soldi non arrivano, le cig dei dipendenti sono in ritardo e intanto gli affitti non si fermano, così come le tasse, le bollette, l’iva, eccetera. Se non arrivano aiuti siamo costretti a riaprire, non è disobbedienza ma sopravvivenza. Se ne comincia a parlare». Tra cittadini e commercianti già da qualche giorno sta girando la data del 20 aprile, una sorta di ora x da cui ripartire.

    Maurizio Mauro, MaMa: «La situazione è tragica e le forze non ci sono più. Valuterò se c’è unione».

    Per Fabio Arciprete, Glamour café, la situazione è «al limite urgono aiuti giusti o la riapertura. Siamo al collasso», anche per lui la disobbedienza è l’ultima spiaggia ma l’istinto di sopravvivenza rischia di prevalere.

    Simone D’Alessandri, Factory pub, ha detto: «Siamo arrivati ad un momento di stacco, con questa situazione non si può più vivere, quindi o si cambiano un po’ le cose, oppure non c’è futuro per la nostra categoria» e ha ricordato le spese sostenute ad ogni riapertura e chiusura per l’acquisto di merci deperibili che spesso vanno buttate.

    Luca Lupidi, La Luna sul cucchiaio su un’eventuale riapertura anticipata ha spiegato: «Voglio attendere le manifestazioni del 12 e 13 aprile prima di prendere decisioni ma la frustrazione è tanta. Ci aspettiamo un forte cambiamento perché le persone sono stanche, si rischia la rivolta sociale». Aiuti insufficienti e disperazione che rischia di trasformarsi in rabbia. Il settore della ristorazione sta affogando.