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    Cronaca
    1 Giugno 2021
    Agenti in difficoltà anche sul piano ferie. Il grido d'allarme di Sappe, Uspp e Cnpp
    Carcere di via Aurelia, sit-in contro la cronica carenza di organico

    CIVITAVECCHIA – I sindacati tornano a protestare per la cronica carenza di personale negli istituti penitenziari di Civitavecchia. Oggi un sit-in di protesta alla Casa circondariale di via Aurelia per accendere i riflettori su un problema che si trascina ormai da anni e che crea non pochi problemi organizzativi e di sicurezza.

    A protestare una nutrita rappresentanza dei lavoratori e i sindacati che hanno organizzato la manifestazione.

    Aurelio Rago consigliere nazionale Uspp, Mirko Manna vice segretario generale Cnpp e Maurizio Somma segretario nazionale Sappe hanno spiegato che a Civitavecchia “mancano circa 80 unità a Civitavecchia. Il provveditorato con la costituzione del nucleo cittadino ha assorbito circa 35 unità che ora non potranno essere utilizzate. Intanto il ministro Cartabia pensa solo a costituirsi parte civile nei procedimenti contro i suoi poliziotti. Il nostro è un appello alle istituzioni per chiedere un immediato reintegro di almeno 20 unità o il rientro dei distaccati per garantire il piano ferie e i diritti dei lavoratori”.
    L’ennesimo grido d’allarme a fronte di recenti fatti accaduti che hanno evidenziato quanto una scarsità di personale metta a rischio la sicurezza di agenti, detenuti e dell’istituto stesso.

    “Quello che contestiamo – hanno sottolineano i sindacalisti – è l’immobilismo dell’amministrazione. Il problema di Civitavecchia è noto da tempo ma purtroppo siamo costretti a manifestare. I vertici fanno finta che il problema non esista. Ricordiamo che durante il lockdown nel carcere di Civitavecchia è esploso un focolaio e alcuni agenti erano stati inviati in altri istituti. Per un periodo ci sono stati 15 positivi tra gli agenti e altrettanti in isolamento. L’amministrazione centrale è stata sorda ai continui appelli e il personale ha espletato anche cinque posti di servizio contemporaneamente”.
    Ora il rischio è che il personale non riesca ad andare in ferie. “Il carcere – hanno concluso i tre sindacalisti – deve essere una campana di vetro dove tutti possono vedere che l’amministrazione penitenziaria è garantista, abbiamo chiesto per questo le body cam”.