logo
    Speciale medicina
    2 Luglio 2021
    I pazienti oncologici: “Integrare la normativa ”
    “Lavoro agile risorsa fondamentale”

    Il lavoro in modalità agile è una realtà emersa fortemente in tempi di pandemia e destinata a rappresentare un’importante risorsa anche in epoca post-Covid, soprattutto per alcune categorie di lavoratori fragili, come i pazienti con tumore. Sono 377.000 le nuove diagnosi di tumore in Italia nel 2020 e quasi 4 milioni gli italiani che convivono con una diagnosi di cancro, decine di migliaia in trattamento: i tassi di mortalità si riducono e la sopravvivenza si allunga, ma spesso per i pazienti e per i loro caregiver è complicato conciliare la vita professionale e lavorativa con la malattia, scandita da accessi continui in ospedale per esami, visite, terapie mediche e riabilitative.

    I bisogni e le richieste dei pazienti oncologici e oncoematologici in tema di lavoro agile sono stati raccolti nel corso di una recente consultazione nazionale online promossa dal Gruppo di 39 associazioni pazienti “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha avvertito la necessità di intervenire sul tema attualissimo del lavoro agile per garantire maggiori tutele ai lavoratori che convivono con un tumore. Oggi queste istanze vengono portate dal Gruppo al vaglio della politica.

    “L’attenzione ai lavoratori più fragili ammalati di cancro e soggetti a lunghi periodi di cure chirurgiche e mediche, oltre che riabilitative, è una priorità assoluta del nostro Gruppo – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus e Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – la tutela sul posto di lavoro e la possibilità di conservarlo secondo modalità che permettano di coniugare le esigenze produttive e le esigenze delle cure è un tema che ci sta molto a cuore e che in ottica post-Covid non può essere ignorato”.

    “Auspichiamo di intercettare sensibilità da parte dei politici su questa delicata problematica affinché possa instaurarsi un percorso di condivisione e intesa tra Governo, Parlamento e associazioni pazienti”, conclude.