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    Economia e Lavoro
    20 Aprile 2022
    Ripresa, l’Fmi gela l’Italia: la stima della crescita passa dal +3,8 al +2,3%: “E fino al 2027 non ci sarà avanzo primario”

    WASHINGTON – Doccia gelata per l’Italia. Le ultime stime diffuse in questi giorni dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) confermano le impressioni che anche da questa parte dell’Oceano si stavano percependo. Complice anche la guerra in Ucraina e le relative sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre alla Russia, la crescita del Prodotto interno lordo italiano sta segnando il passo. Se a gennaio la crescita prevista dal Fondo per il Pil italiano nel 2022 era stimata al +3,8%, tre mesi dopo a Washington calcolano che alla fine dell’anno l’incremento del nostro Prodotto interno lordo non supererà il 2,3%.

     

    Avanzo primario. Sempre secondo le stime del Fmi dopo avere registrato negli anni pre-pandemia un avanzo primario dei conti pubblici (ovvero il rapporto fra entrate e uscite esclusi gli interessi sul debito) fino all’1,8% del Pil, l’Italia è ‘finita in rosso’ nel 2020 e non riuscirà a tornare vicina alla parità prima del 2027 (quando lo squilibrio sarà appena dello 0,1%). Lo stima il Fondo Monetario Internazionale nel Fiscal Monitor appena diffuso in cui segnala per quest’anno un leggero miglioramento del saldo primario al -3% dal -3,8% del 2021 (nell’anno della pandemia era stato del -6,3%). Per il 2023 è previsto un netto calo a -1% e poi una progressiva riduzione fino al -0,1% stimato al 2027 quando le simulazioni del Fondo vedono i conti pubblici ancora con un deficit al 2,5% del Pil.

     

    Tasse. Dopo il leggero calo nell’anno della pandemia, nel 2022 si mantiene alta la pressione fiscale nel nostro paese con entrate per lo Stato pari al 48,3% del Pil, lo stesso valore dello scorso anno. Lo stima il Fondo Monetario Internazionale nel Fiscal Monitor appena diffuso, segnalando come nel 2023 dovrebbe essere toccato il massimo, con una leggera crescita al 48,3% seguita da un graduale calo fino al 47,2% nel 2027. Si tratta di uno dei livelli più elevati fra le grandi economie, vicino al 47,2% della Germania e superato solo dal 51,4% della Francia, mentre paesi come Usa e Regno Unito si attesteranno nel 2022 rispettivamente al 32 e 37,3% del Pil.

     

    Spesa pubblica. Quanto alla spesa pubblica dopo il balzo del 2020 (quando passò dal 48,5 al 57% del Pil) quest’anno dovrebbe attestarsi al 54,3% per poi scendere progressivamente al 49,7% nel 2027.