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    Economia e Lavoro
    30 Aprile 2022
    “Futuro al lavoro”, la ricetta dell’Ugl per uscire dalla crisi

    ROMA – “Futuro al lavoro”, questo lo slogan della conferenza programmatica dell’UGL che ha interessato le regioni Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Sardegna e Toscana alla presenza del Segretario Generale Francesco Paolo Capone che ha tracciato le linee organizzative future annunciando l’apertura della fase congressuale subito dopo il Consiglio Nazionale. All’assemblea programmatica ha preso parte il Segretario Regionale dell’UGL Lazio Armando Valiani che ha concentrato la propria relazione sui temi fondamentali per il territorio laziale. Per Valiani la parola chiave è partecipazione, l’anello di congiunzione tra società e politica, attraverso la quale sfruttare al meglio le opportunità del PNRR per realizzare i progetti mirati al rilancio del territorio laziale, in particolar modo delle aree di crisi complessa, come il frusinate ed il reatino: “Partecipazione e unità d’intenti – spiega il Segretario UGL Lazio – che sono mancate nelle vicende di Catalent e Leonardo. Nel primo caso il territorio, a causa della solita lentezza burocratica, ha perso l’investimento previsto che l’azienda voleva fare per i bioreattori ad Anagni decidendo di dislocare i propri fondi in Gran Bretagna, nel secondo assistiamo alla chiusura dello stabilimento di Pomezia, una perdita da sanguina”. “La pandemia – ha spiegato il Segretario Regionale – ha piegato tutti gli indicatori economici del Lazio. Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, il trimestrale dell’economia regionale (ITER) mostra per il 2020 una caduta del PIL in termini reali pari all’8,4%. I settori che maggiormente hanno vissuto il dramma occupazionale sono stati quelli dei servizi, degli alberghi e della ristorazione, con maggiore peso sui lavoratori giovani e sulle donne. Una grande opportunità, quindi, che non deve essere sprecata e che richiede la più ampia partecipazione al processo decisionale di tutte le parti sociali, con il sindacato in prima linea. Si deve vigilare, soprattutto, sul buon utilizzo degli 89 milioni di euro, che saranno messi a disposizione per la formazione-lavoro e l’aiuto al reimpiego di disoccupati o lavoratori di aziende che attraversano stati di crisi”. Da Valiani ecco le proposte: “Sarà necessario sviluppare un vero e proprio ‘piano per la formazione continua’ e una riforma fiscale e contributiva del mercato del lavoro, al passo con i tempi, intervenendo sulle aliquote contributive attualmente vigenti per abbattere il costo del lavoro. Stop dunque all’assistenzialismo nudo e crudo ma investimenti sulla riqualificazione professionale”.

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