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    Economia e Lavoro
    30 Aprile 2022
    Generali, lo scontro rischia di spostarsi su Mediobanca

    MILANO – Generali il giorno dopo. La vittoria del cda uscente e la conferma Philippe Donnet alla guida del Leone di Trieste è arrivata, ma è stat tutt’altro che schiacciante. Così, dopo mesi di frizioni e polemiche, passate anche attraverso le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone e del rappresentante di Leonardo Del Vecchio dal cda, si rischia di assistere a mesi di nuovi scontri e contrapposizioni. “Fin quando lo riterrò ragionevole, continuerò a operare perché il cambiamento avvenga”, ha provato a rasserenare il clima Caltagirone, subito dopo l’esito del voto in assemblea, ma nulla può essere escluso. La famiglia Benetton, forte di un pacchetto del 4,75%, si è proposta come paciere per trovare una ricomposizione e molti sperano nel ruolo del neo presidente Andrea Sironi. I più ottimisti, poi, sperano che la presenza dei consiglieri di minoranza nel cda possa rappresentare un pungolo positivo nei confronti del management. Come hanno sottolineato diverse banche d’affari, Donnet potrebbe cercare di superare gli obiettivi del proprio piano per avvicinarsi a quelli più sfidanti del programma di Caltagirone, magari dedicando più risorse e un maggiore attivismo al fronte delle fusioni e acquisizioni. Una strada che sembra evocata anche dalle dichiarazioni dello stesso Caltagirone. “Sono convinto che parte del risultato sarà comunque conseguito perché un consiglio di amministrazione eletto dal 55% dei voti non potrà non tenere conto dell’altro 45%”, ha detto. Lo scontro, però, potrebbe ora trasferirsi su Mediobanca, azionista al12,8% del Leone. Nel capitale dell’istituto di Piazzetta Cuccia Leonardo Del Vecchio ha il 19,4% e Caltagirone il 3,1% ed entrambi potrebbero decidere di contare di più per cercare di liberare la compagnia da quello che ritengono un asservimento a Mediobanca. Nelle prossime settimane si vedrà come decideranno di muoversi i due imprenditori. E’ difficile, ma non impossibile, che Del Vecchio possa lanciare un’Opa su Mediobanca, perché dovrebbe strutturare Delfin in modo da conformarsi agli stringenti criteri della Bce e diventare capogruppo bancario. Ma l’obiettivo è probabilmente l’assemblea degli azionisti del 2023, quando la banca d’affari dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione.