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    Cronaca
    6 Aprile 2023
    Trevignano, il presidente del Parco risponde al Comitato: “Fatti tutti i passi necessari per mettere fine ad abusi: occorre attendere i tempi della giustizia”

    di Marco Gubetti

    TREVIGNANO (RM) – Clima sempre più avvelenato a Trevignano. Il comitato di cittadini “Per il rispetto delle regole” ha deciso di dichiarare guerra a Gisella Cardia, presunta veggente della Madonna, e ai numerosi abusi commessi sulle sponde del Lago proprio nel territorio del Comune di Trevignano. Di più. Il Comitato punta il dito anche contro il Parco del Lago di Bracciano: “Come mai – chiedono dal comitato – in questi anni non c’è stata un’azione concreta da parte dell’Ente Parco, mentre a noi sono imposti obblighi e richieste di autorizzazione anche per tagliare un ramo di un albero?”. Il presidente del Parco, Daniele Badaloni, respinge con forza l’accusa di inerzia e spiega la strategia seguita dall’Ente in questi anni. “Da subito abbiamo denunciato alla magistratura tutti gli illeciti amministrativi – dice Badaloni – e, nonostante i ricorsi della signora Cardia, i giudici ci hanno dato ragione fino all’ultimo grado di giudizio con la sentenza a noi favorevole del Consiglio di Stato dello scorso anno. Nel frattempo agli illeciti amministrativi, si sono sono sommati veri e propri abusi che vanno a infrangere vincoli ambientali e paesaggistici di quel terreno e quindi si è passati nel campo del diritto penale. Anche in questo caso abbiamo fatto tutte le denunce del caso e stiamo aspettando che anche la giustizia penale faccia il suo corso, così come in precedenza ha fatto quella amministrativa”. “Quello che non posso accettare – sottolinea non senza una vena polemica Badaloni – è che il Parco venga accusato di ignavia mentre noi siamo stati gli unici a reagire e a fare in modo che, nei tempi che sono necessari alla magistratura per fare con diligenza il proprio lavoro, questa situazione possa finalmente finire”. “Un nostro eventuale atto di forza – conclude il direttore del Parco – non sostenuto da un provvedimento dell’autorità giudiziaria si trasformerebbe in un boomerang, che finirebbe per allungare i tempi della giustizia facendo così il gioco degli autori degli abusi”.