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    Economia e Lavoro
    17 Novembre 2023
    Expo 2030, imprese e politica fanno squadra per la vittoria di Roma

    ROMA – Mancano ormai una manciata di giorni e poi, il 28 novembre, si conoscerà il nome della città designata per ospitare l’Esposizione Universale del 2030. In gara sono rimaste Riad (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Roma.  Proprio per tirare la volata alla Capitale, ieri in Regione è stata organizzata un’affollata conferenza stampa dove il presidente, Francesco Rocca, la sua vice nonché assessore allo Sviluppo economico, Roberta Angelilli, e il presidente della Fondazione Expo Roma 2030, Massimo Scaccabarozzi, hanno illustrato il lavoro di network tra la Fondazione stessa, le istituzioni e le imprese locali, nazionali e internazionali svolto in tanti mesi per arrivare al risultato da tutti auspicato. Insomma, come spiega bene la lo slogan lanciato ieri nella conferenza stampa, a Roma sono tutti “Insieme per un sogno”. «In questi mesi abbiamo fatto squadra, lavorando con grande determinazione, generosità e passione per far sì che il sogno di Roma Expo 2030 diventi realtà – ha esordito il presidente Rocca -. Il Lazio, culla della civiltà mediterranea, è il teatro ideale per ospitare una manifestazione di rilevanza storica come l’Esposizione Universale. Un territorio che nei secoli è fiorito attraverso l’apertura, l’inclusività e lo scambio tra culture non può che essere pronto a raccogliere questa sfida. L’Esposizione Universale donerebbe a Roma una dimensione contemporanea, ponendola al centro della scena internazionale. Puntare sulla nostra Regione significherebbe, tra l’altro, rafforzare un’area – quella del centro sud – che ha urgente bisogno di rilancio, crescita, occupazione». «È iniziato il conto alla rovescia. Le possibilità di aggiudicarci l’Esposizione Universale del 2030 sono in costante crescita ha spiegato poi il presidente Scaccabarozzi -. Bisogna crederci e fare questo sforzo finale tutti insieme, il sistema produttivo ne è convinto. Ospitare l’Expo a Roma rappresenterebbe un’opportunità straordinaria di promozione internazionale della Città sui temi dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo urbano sostenibile e dell’integrazione tra i popoli, tutti al centro del dossier di candidatura. Ma l’Esposizione Universale sarebbe anche una spinta decisiva per l’economia della Capitale, della Regione e del Paese. Parliamo di 50 miliardi di ritorno economico complessivo, a fronte dei 10 miliardi di investimento, 11mila nuove imprese e 300mila nuovi posti di lavoro, con un protagonismo rinnovato della nostra regione, il Lazio, che è la seconda regione del Paese per valore del Pil». «Roma è una location perfetta per Expo, perché è sempre stata una Capitale del Mondo, crocevia di culture, tradizioni e religioni, promuovendo da secoli progresso sociale e condivisione di idee globali. Finora è stato fatto un lavoro straordinario da parte delle Istituzioni (Governo, Regione, Comune) e del Comitato Istituzionale, ma soprattutto da parte delle imprese che hanno sempre creduto nella nostra Fondazione. Sono convinto che possiamo giocarcela alla pari fino al voto finale, anche con la voglia di restituire a Roma quel sogno strappato a causa della Seconda Guerra Mondiale che annullò l’Esposizione prevista in Città per il 1942. Ora possiamo farcela e crederci tutti insieme», ha aggiunto ancora Scaccabarozzi. «La candidatura di Roma a Expo 2030 rappresenta una sfida importante per le ricadute che potrebbe avere per il Lazio e per tutto il nostro Paese – ha chiosato la vicepresidente Angelilli -. I grandi eventi cambiano il volto e l’economia dei territori e diventano fondamentali per la riqualificazione e lo sviluppo, creando tante nuove opportunità. Expo rappresenta un’occasione di crescita per tutti i partecipanti».