Un punto che serve soltanto a salvare la panchina di Baroni. Verona-Lecce, il primo dei due posticipi de lunedì, è finito in parità: 2-2 al Bentegodi. Ma quanta, quanta paura. Per un Hellas che proprio non sa più vincere e che per larghi tratti è apparso in palese difficoltà. Analizzando la prima proposizione va ricordato che gli scaligeri sono a secco alla casella vittorie in attivo dalla seconda giornata quando, dopo una partenza che aveva stupito un pochino tutti col doppio successo ad inizio stagione tra Roma ed Empoli, siamo a fine novembre e ancora deve tornare a portare a casa bottino pieno. Per questo la classifica relega Verona ancora in piena zona retrocessione ma, nonostante risultati negativi come la sconfitta col Monza e una sosta che poteva risultare fatale per Baroni, la società ha deciso di confermare ancora fiducia proprio all’ex tecnico dei salentini. Analizzando invece la seconda frase, ieri s’è vista una squadra calcisticamente in piena salute, che entra in campo ed esprime, gioca bene, forte e confortata dai tanti punti portati a casa ad inizio stagione che la tengono confortata discretamente lontana dalle torbide acque in cui invece continuano a navigare gli scaligeri. E il primo tempo, come palesano malumori e brusii del pubblico, ne è stato ieri dimostrazione: Lecce che tesse e palleggia, Lecce trova il gioiello Oudin, Lecce stesso che regala in disimpegno il pari a Ngonge dopo aver sfiorato più volte il raddoppio con le fiammate di Banda. Nella ripresa infatti salentini che ripassano con Gonzalez, prima di subire il gol di Djuric, ariete che salva la panchina a Baroni. Non è un caso che a chiudere davanti siano stati proprio i giallorossi. Confortante la reazione nella ripresa in casa scaligera, ma ancora troppo poco. Serve continuità. Baroni sempre sotto osservazione. Adesso serviranno altri punti ad Udine.

