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    Economia e Lavoro
    19 Febbraio 2024
    Turismo, la Ciociaria punta su pasta e grani antichi

    Questa mattina a Frosinone un convegno – organizzato da Regione Lazio e Università di Cassino – per presentare questo nuovo segmento del settore 

     

    FROSINONE – Questa mattina al Polo didattico di Frosinone della Unicas (Università di Cassino e del Lazio Meridionale) si è svolto il convegno – organizzato oltre che dall’ateneo ciociaro, anche da Regione Lazio e Arsial – intitolato “Turismo del Grano e della Pasta” per la promozione di un nuovo segmento proprio del settore turismo. Lo scopo dell’evento è stato anche quello di supportare la candidatura della cucina italiana all’Unesco e il progetto valorizza tutti i piccoli agricoltori che custodiscono la biodiversità del Lazio, trasformandola in un’esperienza gustativa riservata a pochi curiosi. C’è da considerare che in Italia e nel Lazio ci sono oltre 2mila varietà di grani antichi: la Ciociaria è una delle protagoniste con una storia cerealicola straordinaria. Spesso i grani antichi sono coltivati in piccoli apprezzamenti di terreno, spesso in aree minori di grande fascino naturalistico, con una produzione che arriva a malapena a 10ql ad ettaro, spesso in parte mangiata dai cinghiali. La loro coltivazione non è conveniente per le grandi produzioni, ma è un’esperienza unica per il palato e può favorire la multifunzionalità delle imprese e attrarre nuove forme di turismo legato ai grani. «Il Turismo del Grano rappresenta un’opportunità senza precedenti per il nostro territorio, ricco di storia e di tesori gastronomici. Come Assessore sono entusiasta di vedere il crescente interesse per questa forma innovativa di turismo, che non solo celebra le nostre tradizioni agricole, ma offre nuove prospettive di sviluppo economico per le nostre comunità rurali, proprio come sta accadendo per l’eno-oleoturismo, che di recente la Regione ha disciplinato. L’impegno congiunto di istituzioni e operatori del settore può trasformare anche il Turismo del Grano in una risorsa preziosa per i territori, innescando un circolo virtuoso di crescita, capace di unire tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale». Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio, alla Programmazione economica, all’Agricoltura, alla Sovranità alimentare, alla Caccia e alla Pesca e ai Parchi e alle Foreste della Regione Lazio, Giancarlo Righini.  «Il Turismo del Grano o dei cereali rappresenta un’opportunità straordinaria per esplorare le radici profonde della nostra cultura agricola. Questo connubio tra tradizione e sostenibilità offre un’esperienza unica, che ci permette di apprezzare non solo la bellezza dei paesaggi rurali, ma anche la ricchezza della nostra biodiversità agricola, che Arsial, nella sua veste di Agenzia pubblica, è chiamata a tutelare e valorizzare. Le possibilità di sviluppo legate al turismo del grano sono enormi. Includono l’organizzazione di visite guidate la creazione di esperienze culinarie e la promozione di prodotti locali. Arsial è fermamente impegnata nel promuovere questa forma innovativa di turismo, che non solo valorizza le nostre antiche varietà di frumento, ma anche le comunità agricole che le coltivano con cura e dedizione, trasformando la tradizione in opportunità di crescita». Ha aggiunto il Commissario straordinario di Arsial, Massimiliano Raffa «Ancora una volta siamo protagonisti insieme alle realtà più dinamiche e virtuose del territorio per promuovere e valorizzare lo sviluppo rurale e il turismo sostenibile attraverso le aziende “agricole”, che rappresentano la nostra più grande ricchezza. Gli “itinerari del grano” andranno a sostanziare la “dieta mediterranea” che l’Unesco propone come patrimonio dell’umanità». Ha evidenziato il rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Marco dell’Isola. Presente al convegno anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Daniele Maura. “È molto bello scoprire le piccole e medie imprese agricole del nostro territorio – ha commentato Maura a margine dell’evento -, realtà locali spesso dirette da giovani imprenditori che, in un mondo sempre più globalizzato, scelgono di puntuta sulla nostra terra, lavorandola e tenendo vive quelle tradizioni agricole che hanno da sempre caratterizzato la Ciociaria. È imperativo dunque iniziare a pensare in maniera organica, creando associazioni di produttori e consorzi e rendendo quindi la Ciociaria non solo una regione geografica ma un marchio rappresentante la più alta qualità del prodotto, in Italia e all’estero”.