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    Cronaca, Politica
    18 Marzo 2024
    Fini – Chiesta condanna di 8 anni per la casa di Montecarlo. I Tulliani e lo scandalo Viterbese

    Tutto è nato da una denuncia di Roberto Buonasorte, l’ex consigliere regionale scomparso un anno fa per un malore improvviso. Fu lui a presentare la contessa Colleoni all’ex Presidente della Camera

    Tutto è nato da una denuncia presentata quasi 14 anni fa. Due esponenti de La Destra di Storace, l’ex consigliere regionale del Lazio Roberto Buonasorte, e il consigliere comunale di Monterotondo, Marco Di Andrea, hanno portato alla luce un’operazione poco chiara messa in atto nel 2008 da Giancarlo Tulliani, allora “cognato” dell’ex Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini.

    Oggi i pm di Roma hanno chiesto una condanna a 8 anni proprio Gianfranco Fini, 9 anni per Elisabetta Tulliani, 10 anni per il fratello Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio Tulliani per l’accusa di riciclaggio nel processo con al centro la vendita della casa di Montecarlo. Ricordiamo che l’immobile era stato lasciato in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. Secondo l’accusa sarebbe stato acquistato da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un’operazione effettuata 16 anni fa, per poco più di 300mila euro e che, con la vendita dell’immobile, nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari.

    GIANFRANCO FINI POLITICO

    Alla scorsa udienza i giudici della quarta sezione del Tribunale di Roma avevano dichiarato la prescrizione per l’accusa di associazione a delinquere, essendo stata esclusa l’aggravante della transnazionalità.

    Per ricostruire i fatti bisogna fare un passo indietro di circa 30 anni. Perfetto il racconto del sito “Il Post” nell’agosto 2010: “La contessa Anna Maria Colleoni vive a Monterotondo, un comune di 40mila abitanti della provincia di Roma, a poco più di venti chilometri dalla Capitale. Monterotondo è un comune rosso: più volte decorato al valor militare per gli sforzi dei suoi cittadini durante la Resistenza, è stato amministrato ininterrottamente da giunte di sinistra. La contessa Colleoni è figlia di un gerarca fascista, ed è simpatizzante del Movimento sociale prima e di Alleanza Nazionale poi: le sue preferenze politiche incontrano quindi una certa frustrazione, in una cittadina in cui il Partito Comunista e i partiti che gli succederanno vincono a man bassa a ogni tornata elettorale. Però la Colleoni si impegna e si spende, e non fa mancare il suo sostegno alla sezione locale del MSI, poi AN. Nel 1995 viene invitata a una cena indetta per festeggiare l’elezione di Roberto Buonasorte, primo consigliere comunale di AN della storia di Monterotondo. Alla cena partecipa anche Fini, e a un certo punto la contessa gli dice che non ha eredi diretti, non essendosi mai sposata, e che alla sua morte lascerà il suo intero patrimonio ad Alleanza Nazionale”.

    Fu proprio Roberto Buonasorte a presentare la contessa Colleoni a Gianfranco Fini. L’ex consigliere regionale che, purtroppo, è venuto a mancare poco più di un anno fa per un malore improvviso.

    Roberto Buonasorte

    roberto buonasorte

    Va ricordato, inoltre, lo stretto rapporto della famiglia Tulliani con la città di Viterbo.

    Prima di diventare la compagna di Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani nel 2000 era fidanzata con Luciano Gaucci. In quegli anni il fratello, Giancarlo, si ritrovò appena 23enne sulla poltrona di vicepresidente esecutivo della Viterbese calcio, una delle squadre «satellite» comprate dall’allora patron del Perugia (che aveva anche la Sambenedettese, al cui vertice venne piazzata la stessa Elisabetta). Non fu un’esperienza esaltante, a Viterbo molti ricordano, tanto per citare un episodio, la fuga dal ritiro di Vitorchiano dei calciatori della squadra laziale.

    Luciano Gaucci e Elisabetta Tulliani

    Luciano Gaucci e Elisabetta Tulliani

    A seguito della nomina a vicepresidente esecutivo della Viterbese, Giancarlo Tulliani fa parlare di sé per il mega stipendio, per i suoi bei vestiti, per la sua Porsche Carrera e un appartamento di quattro stanze con deposito, garage e posto auto nel centro storico di Viterbo che Gaucci compra, ristruttura e gli concede in comodato d’uso gratuito. Con la squadra, però, il rapporto non decolla. Anzi, nel capoluogo della Tuscia per anni si è parlato dei suoi “non teneri” atteggiamenti.