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    30 Aprile 2024
    La Premier valuta un tetto spese dal 2025/26: contrarie United, City e Villa

    Membri, comitati, vertici e dirigenze delle 20 regine di Premier League si sono trovati per discutere una nuova formula per gestire meglio le proprie risorse finanziare, sostanzialmente per proteggere purezza e lealtà di quella che da decenni ormai è diventata l’NBA del calcio europeo, al fine forse di difendere le più piccoline ma soprattutto per cercare di scalzare le nuove regole del PSR Rules, ovvero quelle inerenti a Profitto e Sostenibilità che, subentrate gravosamente e quasi all’improvviso, monitorando l’attività finanziaria dei club d’oltremanica, hanno colpito con penalizzazioni diversi club britannici, ne sanno qualcosa Everton e Nottingham Forest. Si tratta di far passare una nuova regola secondo la quale i club di Premier, a partire dalla stagione 2025/26, non potrebbero spendere oltre una cifra oscillante tra il 70% e l’85% dei propri ricavi in acquisto dei calciatori, contratti agli stessi e commissioni agli agenti dei rispettivi assistiti. A questo tetto alle spese, sempre in virtù di proteggere un minimo il distacco di potenzialità di investimenti tra grandi e piccoli, da valutare anche l’istituzione di una sorta di regola di ancoraggio che, vista la disparità dei ricavi dei diritti televisivi tra le 20 regine britanniche, non permettere alle grandi di spendere più di una cifra multiplo prestabilita in relazione a quella del puzzle che ne guadagna di meno. A tutti questi discorsi le due di Manchester, ovvero United e City, hanno risposto negativamente; voto negativo anche dell’Aston Villa, il Chelsea ha deciso di astenersi. Se ne riparlerà più avanti. Ma le fondamenta sono state gettate.