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    2 Maggio 2024
    Futuro Bayern, terzo palo: anche Rangnick ha respinto la corte, resta in Austria

    Niente da fare. Nemmeno stavolta. Non c’è pace per Max Eberl, direttore sportivo del Bayern, l’addetto più d’ogni altro a trovare la figura giusta a chi affidare guida tecnica e soprattutto ricostruzione futura di un club che, a questo punto a meno di ripensamenti per convenienza, è al momento ancora destinato a salutare, per propria scelta, Thomas Tuchel. Nella giornata di mercoeldì sembrava che finalmente, dopo i rifiuti delle prime scelte Xabi Alonso e Nagelsmann, il Bayern ne fosse venuto a capo. Sembrava vicinissimo il sì di Ralf Rangnick, anni fa vicinissimo alla panchina del Milan prima che decollasse progetto Pioli, attuale commissario tecnico dell’Austria, a cui proprio la stessa federazione aveva dato il nulla osta per rispetto e affetto: se avesse voluto andare, avrebbero capito la sua decisione. E l’avrebbero lasciato libero post Europeo di accasarsi in quello che post United sarebbe stato l’incarico più prestigioso della carriera. Lui, uomo su cui anche a livello d’organigramma, lungimiranza e visione da scrivania (anche piani più altri, all’occorrenza dirigente e direttore, ndr) il giovane Lipsia costruì le sue fortune continentali. Circuito Red Bull, scout e costruzione visionaria tessendo le tele e scovando alcuni dei migliori giovani del centro Europa. Uno che in Germania (ma anche chiaramente proprio Austria stessa, legame Red Bull, oggi CT della nazionale, per l’appunto) gode di grande reputazione. A dispetto magari di un Regno Unito, quando uscì malissimo post transizione United. Ed era, proprio per reputazione teutonica, l’uomo su cui il Bayern aveva deciso di puntar tutto per ricostruir un certo tipo di far calcio, continentale e domestico. E invece, post scelta di Xabi di restare un altro anno a godersi stavolta in Champions la sua creatura Leverkusen, post scelta di Nagelsmann di non tornare in Baviera ma restare alla guida della Nazionale tedesca, anche il buon Ralf ha scelto di giurare amore ad un’altra, la sua, federazione austriaca. A cui lo legava già un contratto fino al 2026. Missione sviluppar ulteriormente progetto e movimento, grande potere decisionale sullo sviluppo dei settori giovanili e proiezione assoluta verso i Mondiali d’oltreoceano. Un potere decisionale che chissà, magari non avrebbe avuto in Baviera. Ecco qui che, in attesa della semifinale di ritorno al Bernabeu, i progetti futuri bavaresi continuano a regnare nella confusione. In tre hanno respinto la corte, tra le scrivanie dell’Allianz è tempo di cambiare un’altra volta rotta. E se a questo punto dovessero riconciliar con Tuchel? Tra le alternative si parla di Flick, Rose, De Zerbi o Ruben Amorim, ma ancora nessuno di questi è stato contattato. Tantomeno Antonio Conte.