Un clima surreale. Il finale di stagione del Milan assorbe connotati sempre più grigi, ultime settimane di fine ciclo per Stefano Pioli che, anche se non lo ammette, sa bene d’esser agli ultimi scampoli della suo quinquennio rossonero. Un clima surreale perché durante la gara col Genoa, finita tra l’altro 3-3 (proprio da fine campionato, con tanti saluti agli equilibri), la Curva, come promesso, ha scioperato. Ma stavolta con la giocata finale: a 10 minuti dal fischio finale il secondo anello ha deciso di guadagnare l’uscita anticipatamente, curva deserta e solo uno striscione narrante “Il rumore del silenzio”. Forte presa di posizione. Al popolo milanista non basta una squadra da primi quattro posto, vero obiettivo delle proprietà straniere che investono nel calcio europeo per introiti Champions: il tifoso milanista ambisce al massimo, chiede espressamente una squadra competitiva per vincere sempre, in Italia. Un clima nato dalla mestissima eliminazione d’Europa League e dall’umiliante sesto derby per su sei che ha consentito ai rivali dell’Inter di festeggiare la seconda stella proprio di fronte al popolo rossonero, settimane primaverili che son costate carissimo a Stefano Pioli. Un clima proseguito dai nomi contattati per l’allenatore del futuro: Lopetegui che ha fatto scalpore, sintomo nell’immaginario popolare di mancanza d’ambizione. E nel mesto clima generale, senza cori, ambiente, tifo, fa altresì scalpore in confronto con due anni fa, quando San Siro sognava un titolo straordinario, tra giornate tra Fiorentina e Atalanta, poi vinto a Sassuolo. Pioli’s on Fire che riecheggiava per tutta Milano, entusiasmo e rossonero ovunque. E’ cambiato tutto. Mesta fine di un’era. Ed un 3-3 pirotecnico tra mille errori difensivi, ingenuità, tante risposte tecniche che non ci sono più. Equilibri e direzioni che Milan e allenatore del futuro dovranno cercare, di nuovo. Per tornare a remare tutti dalla stessa direzione.