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    7 Maggio 2024
    Poker Palace, consacrazione Olise, ennesima Caporetto United: Ten Hag ai titoli di coda?

    Un biennio deludente. Un secondo anno che non ha minimamente rispecchiato e rispettato le premesse del primo anno, chiuso tra terzo posto, qualificazione in Champions e Carabao Cup. Quarto e fuori dal girone di Champions, cammino in campionato tra goleade, disastri, sconfitte, discontinuità. Mai una direzione tecnica o percorso preciso, nonostante i suoi limiti. S’è fatto la squadra di giovani, quella che desiderava. Ma l’Old Trafford e Manchester United significano ben altro. Ognuno per la sua strada. Tra club, staff, tecnico e calciatori. Nonostante investimenti e gioventù, non c’è stata minima traccia dell’espressione mostrata ai suoi tempi Ajax, quelli che lo proiettarono al grande calcio. Solo tanta confusione e soprattutto cronici problemi difensivi accentuati, aspetto e fattore che non ha mai certamente contraddistinto il bagaglio tecnico di Ten Hag. E ieri sera s’è scritta l’ennesima pagina decadente, e stavolta particolarmente umiliante, della stagione dei Red Devils. Poker Palace nel sud di Londra, un 4-0 all’ora di gioco tra le giocate di Olise (doppietta stellare, esplosione definitiva), le giocate di Eze, la continuità realizzativa di Mateta. Un poker che poteva diventar anche pokerissimo: umiliazione rossa e plauso alle aquile di Glasner, tecnico continentale che in pochi mesi dal suo avvento ha subito mostrato a tutta la Premier le stesse capacità manageriali che lo portarono solo due anni fa al trionfo europeo col suo Eintracht. Allenatore vero, eccome. United che incassa l’ennesima lezione sonora, tredicesima sconfitta stagionale, mai peggio da quando la First Division si chiama Premier. Un record negativo, tra connotati e pesanti critiche post gara (d’altronde quando ti chiami Man U sei storicamente circondato da attenzioni e pressioni non indifferenti), che ai più è sembrato l’epilogo del piccolo regno Ten Hag al Teatro dei Sogni. Degli incubi, piuttosto. Ne sanno qualcosa i vari Mason Mount, Antony e compagnia danzante. Danzante aggettivo che tra l’altro calza perfettamente a pennello. Anche i senatori avrebbero dovuto dar senz’altro di più: Casemiro al tramonto, così come Varane. Bruno, naturalmente il calciatore migliore per distacco, che da capitano dovrebbe mostrar ben altre vie, dal punto di vista d’atteggiamenti, comportamenti. E quando cambia chi decide, con Sir Ratcliffe che, acquistata buona parte del pacchetto azionario, ha preso in mano redini di futuro e gestione della parte tecnica. In attesa di Ashworth dal Newcastle, è Wilcox il nuovo direttore tecnico, che arriva dal Southampton. Quando cambia chi decide, quando arriva nuova dirigenza, rischia chi c’era in precedenza. Come sempre. Ecco appunto altre sfumature che sembrano descrivere quanto e come capolinea e titoli di coda, tra Ten Hag e Manchester United, non siano mai stati così vicini. C’è solo un’opportunità che possa stravolgere una storia che sembra sempre più vicina al suo più naturale epilogo: la finale di FA Cup. Rivincita dello scorso anno, sempre col Manchester City. Chiaramente possibilità decisamente basse. Su Ten Hag, comunque, clamorosamente, potrebbe piombare il Bayern, club in cui rivestì ruolo d’assistente tecnico ai tempi del Guardiola bavarese, ormai decennio orsono. D’altronde, dopo tre pali consecutivi tra Xabi, Nagelsmann e Rangnick, non è che se la passino benissimo anche all’Allianz..