Era il girone infernale. Definito dalla stampa internazionale “The Group of Death”. Anche più forte di quello azzurro. Ed a fare il grande colpo è forse la rivelazione più sottovalutata dell’Europeo, quell’Austria tostissima, continentale, ma al contempo bella: bel livello, completa. Un cocktail di completezza che ha scritto una delle pagine più belle della sua storia indipendentemente da come andrà: vincere un girone con Olanda e Francia non è esattamente qualcosa che capita tutti i giorni. Merito dell’architetto, che ha respinto la corte del Bayern per restare a progettare, visionario Ralf Rangnick. E l’Olanda, che paradossalmente partiva favorita per il primo posto a metà pomeriggio, viene colpita tre volte e con azioni e sviluppo straordinarie, quelle austriache: 3-2 Austria, Olanda che chiude il gruppo addirittura terza. Pur senza Alaba, capitano del team. Olanda colpevolmente distratta, sorpresa dal cocktail avversario: tra tagli, movimenti, compostezza. Fa ancora peggio la Francia che aveva strada spianata e invece, ancora una volta come questo inizio di Europeo, si manifesta sorprendentemente gran parco calciatori ma ben poco squadra e si complica la vita: pizzicata a Deschamps. Non va oltre l’uno a uno col cuore polacco, paese già fuori, già ultimo, che teneva a chiudere bene la sua limitrofe esperienza teutonica: Lewa risponde a Mbappé, entrambi dal dischetto. Mani nei capelli per i transalpini: si sono complicati la vita. Perchè adesso sono finiti nella parte del tabellone di Spagna, Portogallo e Germania: solo una di queste quattro, clamorosamente, potrà arrivare in finale. Ecco perché gli azzurri, stasera, strizzano l’occhio al tabellone.