
Pieni ottavi di finale. Ottavi amari per il mondo tricolore: azzurri che hanno aperto, e malissimo, la sequenza, con la sconfitta come narrato con la Svizzera in una Berlino stavolta amarissima. Era forse alla vigilia l’ottavo più equilibrato, quantomeno di quelli del weekend, ne ha fatto le spese la contestatissima nazionale spallettiana, uscita senza mordente, senza esser squadra, piena confusione. Contestazione come quella europea al Var sabato sera, con una Danimarca mai doma punita da fuorigioco millimetrico e rigore contro segnalato dall’assistenza assai dubbio: ha vinto alla fine la Germania, che supera il primo ostacolo ad eliminazione diretta, una delle super favorite, padrona di casa che ai quarti affronterà un’altra diretta concorrente. Subito super sfida, come previsto, con le Furie Rosse straordinarie a ribaltare una sorprendente Georgia che c’ha provato, eccome, passando pure al primo tempo: poi la staffilata dell’elemento di maggior esperienza, leader Rodri, che ha permesso ai suoi colleghi di scrollarsi pressione e volare nella ripresa, tra le giocate e le fiammata di Nico Williams e Yamal. Segna Nico, così come Fabian; nel finale gloria pur per Dani Olmo per il 4-1 finale. Torna a casa una Georgia andata oltre: straordinario il lavoro di Willy Sagnol, stoico Kvara simbolo di una nazione. Un weekend che ha narrato, tra le altre, il finale più folle, fin qui: orrenda, atroce, deludente, senza stralcio, pessima, come al solito, l’Inghilterra di Southgate. Il colpo sfiorato da Calzona fino al coniglio dal cilindro, quello che esce dalla sforbiciata di Bellingham al 95′, che restituisce vita e speranza e riconsegna i Tre Leoni all’Europeo, prima che Kane abbattesse definitivamente la Slovacchia nei supplementari consegnando al suo popolo il quarto di sabato prossimo con la Svizzera. La grande paura, l’ennesimo fallimento, la resurrezione. L’Inghilterra c’è ancora. Con i colpi dei suoi, messi malissimo in campo dal loro allenatore, giunto sostanzialmente alla fine del suo quasi decennale ciclo britannico. Una Ferrari guidata come un monopattino. Quattro gare, dal punto di vista espressivo, da encefalogramma piattissimo. Che quella di ieri, almeno, possa esser lo scocco scintillante.