
Chiuso pure il puzzle completo degli ottavi di finale. Germania 2024: due giorni di stop, poi sarà tempo di quarti. E pirotecnici. Ma andiamo per gradi. Rispettiamo tabella e cronoprogramma. Un cronoprogramma d’emozione. Perché l’ultimo appuntamento all’appello ha narrato il colpaccio della Turchia di Montella che, sotto l’acquazzone di Lipsia e pur senza Calhanoglu, ha sollevato un muro da vecchia tradizione Costantinopoli, un muro che porta clamorosamente nome e cognome di Merih Demiral, doppietta su corner per il centrale flop A tra Juve e Atalanta. Temperature autunnali solo a livello
meteorologico, poi per quanto narrato e per quanto ruggito dai vecchi Ottomani clima incandescente, come la festa turca sugli spalti a fine partita. Già perché l’Austria riapre e sfiora il pari fino alla fine, prima che Gunok compia forse una delle parate più belle e mediatiche, senz’altro più incisive, dell’intero Europeo. Vince 2-1 la resistenza ottomana: Montella se la gode, eccome. Riscatto e redenzione per una carriera d’allenatore decollata un decennio fa in maniera straordinaria tra Catania e Firenze prima che qualche esperienza sfortunata tra Samp e Milan logorasse la sua reputazione; è ripartito, adesso ha scritto da commissario tecnico pagina straordinaria. Gentilezza signorile, meritato Vincenzo, unico superstite d’azzurro in quel d’Euro 2024. La resistenza del muro ottomano sotto l’acquazzone significa illegittimo peccato, quello per l’Austria di Rangnick. Vittima di un sistema, Europeo a 24 giunto alla terza edizione in questa modalità, che condanna nei promiscui ottavi, terre del mezzo e mesopotamiche, quanto di straordinario realizzato nella fase a gruppi, trionfando davanti a tutti nel girone d’inferno, senza abusar di lessico dantesco, vincendo il D, mettendo dietro Francia e Olanda. Istituzioni continentali che chiaramente invece volano gli ottavi, mentre a Vienna si spengono sogni di quella che, forse più d’ogni altra, per qualità espressa, stavolta tanta orchestra e ben pochi tenori, meritava un piazzamento tra i primi otto, biglietto per i quarti, meta e destinazione naturale fino a 12 anni fa, quando per decenni l’Europeo correttamente rispettava 16 nazioni in 4×4. Ricordi e memorie di tempi romantici silurati dal calcio moderno. Adesso sarà tempo finalmente di quarti, vecchi quarti, anche per quel di Euro 2024. E saranno quarti pirotecnici. Quantomeno quelli di venerdì, un carnet stellare che presenta Germania-Spagna alle 18 e Francia-Portogallo alle 21, la parte più forte e prestigiosa del tabellone. Sabato sarà tempo di Tre Leoni, Svizzera alle 18; la sera Montella cercherà di bissare l’impresa, sarà stavolta sfida all’Olanda.