Ieri l’audizione in Commissione Sviluppo Economico del Consiglio Regionale. Angelilli: “Si tutelino i livelli occupazionali”. Mari: “Proposte vaghe. L’azienda fa scouting, pretendiamo un impegno diretto”
CIVITAVECCHIA – Ieri la Commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio ha audito tutti l’Enel che ha presentato anche in quella sede i cinque progetti che l’azienda dell’ad Flavio Cattaneo ha messo a punto per la transizione ecologica di Civitavecchia e in particolare dell’area di Torrevaldaliga Nord. Nonostante, l’impegno del colosso energetico, però, i timori per il futuro, soprattutto per quello più prossimo,
restano intatti, come si capisce dalle parole di chi la vicenda del phase out civitavecchiese la segue da sempre. «Occorre condividere un progetto a lungo a termine – ha spiegato la vicepresidente della Regione e assessore proprio allo Sviluppo economico, Roberta Angelilli – che tuteli da subito i livelli occupazionali e che abbia importanti ambizioni di sviluppo sul territorio, compreso l’eolico off-shore e un vero e proprio hub delle rinnovabili. Di concerto con il Mimit, abbiamo condiviso con il tavolo tecnico su Torrevaldaliga una tabella di marcia verso l’accordo di programma che prevede l’incontro con tutte le aziende che hanno manifestato interesse a investire sul territorio sia sul versante industriale sia su quello della logistica. Le parti sociali e le associazioni datoriali – ha concluso – saranno chiamate a presentare un report dettagliato sui numeri dei lavoratori coinvolti sia direttamente che indirettamente e sulle aziende dell’indotto». Ancora più duro il commento della consigliera regionale, Emanuela Mari, civitavecchiese doc e particolarmente sensibile alla questione. «Le proposte avanzate da Enel sono state giudicate abbastanza vaghe, suscitando interrogativi sul reale impegno dell’azienda nei confronti del territorio – ha chiarito – da parte mia ho ribadito quanto espresso in altri tavoli istituzionali: da Enel ci aspettiamo progetti concreti e un timing preciso della dismissione (come, quando, cosa), garanzie sui livelli occupazionali e sul futuro delle commesse in essere con le imprese locali. Ho chiesto inoltre che il percorso venga monitorato passo passo da tutti gli attori coinvolti nel processo di transizione, a cominciare dal Comune e dalla Regione. Durante l’audizione, ho anche sottolineato l’importanza della formazione e della riqualificazione
dei lavoratori attualmente impiegati presso la centrale e sollevato la questione del coinvolgimento attivo di Enel nel processo di transizione, sottolineando che l’azienda non può limitarsi a fare scouting per trovare imprese disposte a investire a Civitavecchia, ma deve impegnarsi direttamente, in prima persona. Ho chiesto inoltre una maggiore chiarezza e compatibilità con le esigenze del porto relativamente ai progetti palesati da Enel che prevedono l’utilizzo delle banchine portuali. La Commissione continuerà a seguire da vicino l’evoluzione della situazione, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile e prospero per Civitavecchia e il suo territorio».

