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    Cronaca, Società
    3 Marzo 2025
    “A Scanzano Ionico venti anni fa marciarono in 100000 contro il deposito nucleare, anche la Tuscia deve mobilitarsi”: parte da Vasanello l’appello No Scorie

    di Simona Tenentini

    VASANELLO – “Mobilitiamoci tutti per salvare la Tuscia”.

    Parte dal cinema Albertone di Vasanello l’accorato appello lanciato, sabato scorso, nel corso dell’incontro No Scorie organizzato dal Comune e dal biodistretto della via Amerina.

    Un focus approfondito e dettagliato sull’ipotesi Deposito Nucleare che incombe su ben 21 (Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Piansano, Arlena di Castro, Tessennano) dei 51 comuni selezionati in tutt’Italia, una percentuale che va ben oltre il 50% considerando che i siti individuati nelle isole saranno sicuramente scartati per costi elevati e pericolosità dei trasporti.

    Gli autorevoli relatori intervenuti (Famiano Crucianelli presidente del biodistretto della via Amerina, Tonino Scarelli esperto in sistemi decisionali, Marco Rossi ingegnere, e l’oncologo Angelo di Giorgio in collegamento da remoto) moderati dal sindaco di Vasanello Igino Vestri  (presente anche il sindaco di Gallese, Danilo Piersanti) hanno elencato, punto per punto, tutte le criticità alla base del netto rifiuto al deposito.

    A partire dalla scarsa profondità delle falde acquifere della Tuscia e la conseguente immediata inquinabilità in caso di dispersioni, fino alla caratteristica sismica del territorio: il sito dovrebbe infatti contenere rifiuti ad alta attività dunque con tempi di decadimento di migliaia di anni, ben superiori ai tempi di ritorno dei terremoti.

    Il deposito dovrebbe contenere 95.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui 17.000 metri cubi di scorie a media e alta attività, quelle più pericolose, su una superficie di circa 1,5 km, pari cioè a 250 campi da calcio.

    Una scure dunque che incombe sul futuro economico e paesaggistico della Tuscia, di cui sarebbe compromessa l’immagine di territorio incontaminato e l’economia basata principalmente sul settore agricolo.

    “Si tratta in sostanza – ha concluso infine l’incontro il presidente del biodistretto della via Amerina, Famiano Crucianelli – di una vicenda complessa sulla quale abbiamo il dovere di informarci e mobilitarci, proprio come fecero a Scanzano Ionico, in Basilicata circa 20 anni fa, dove una marcia di 100000 persone riuscì a fermare la realizzazione del deposito.”