
ROMA – Adesso è ufficiale. Bocciata l’ultima proposta vera e concreta per la riqualificazione e riprogettazione di una delle strutture sportive storicamente più importanti ed identitarie di Roma, lo Stadio Flaminio. Una struttura oggigiorno desolante e fatiscente e chiusa ormai da tanti, troppi anni. La proposta che la Roma Nuoto e la Rubner Holzbau avevano formulato ormai dal lontano 2020 non ha mai convinto l’Amministrazione. Adesso la bocciatura della Giunta Gualtieri è ufficiale: manca il pubblico interesse, riferito per l’appunto al progetto di fattibilità presentato da Costruzioni Civili e Commerciali SPA, società mandatoria del raggruppamento temporaneo delle due realtà precedentemente citate. Una proposta che prevedeva il rilancio della struttura attraverso lo smantellamento dell’impianto da calcio: solo 7500 posti per piscine, campi da tennis accompagnati da centri commerciali. Sostanzialmente vocazione non valorizzata: per quel concetto stadio/calcio, avrebbe significato ribaltarne l’essenza. “Con una delibera votata all’unanimità dalla Giunta, Roma Capitale ha approvato il mancato riconoscimento del pubblico interesse per il progetto di fattibilità sullo Stadio Flaminio – si legge – “La proposta non restituisce alla città la funzione primaria per la quale la struttura è stata progettata, quella di Stadio; non valorizza la vocazione di ‘grande impianto sportivo’ in grado di ospitare manifestazioni sportive nazionali e internazionali; depotenzia le potenzialità dello stadio quale polo attrattore culturale. La proposta depotenzia le funzionalità dello Stadio in virtù della riduzione del numero dei posti, dai 42 mila originari a 7500, e dell’introduzione di funzioni di carattere commerciale con una rete costituita da una struttura di vendita di 2.500 metri quadrati ed altre aree di vendita. Da grande stadio d’interesse nazionale, il Flaminio sarebbe stato trasformato in ‘un impianto polifunzionale’ con una pluridisciplinarità delle attività sportive previste, le quali, peraltro non arricchiscono l’offerta sportiva del quadrante territoriale di riferimento, uno dei più forniti di Roma in termini di strutture e servizi per lo sport: una preziosa eredità delle Olimpiadi del 1960″. Già, uno stadio che resta legato al calcio. Nella sua identità. Da sempre, nel pensiero originale. Tant’è che sarebbe già struttura promessa agli Europei 2032. Ecco perché la Lazio di Lotito torna, adesso sì, prepotentemente in pista.