
MILANO – Non era certamente questo il modo in cui Simone Inzaghi sognasse di chiudere la sua pluriennale era in nerazzurro. Un cinque a zero che non solo ha macchiato un percorso per lunghi tratti straordinario, ma che ha fatto storia. La finale di Champions poteva esser l’ultimo atto dei suoi quattro anni alla Pinetina: sognava di chiuder col massimo traguardo, al secondo tentativo. Invece, nonostante coppe e lo Scudetto, nonostante quanto bene si sia fatto e quante volte l’Inter abbia recitato ruolo di primordine, s’è comunque raccolto di meno. Ci vorrà tempo per digerire una sconfitta come quella col PSG ma Inzaghi ha scelto di farlo lontano: Simone lascia l’Inter dopo 4 anni, molto probabilmente sarà già Al Hilal.
SEPARAZIONE Ingaggio record, faraonico, lontano dalle pressioni e dalle massime attenzioni tricolori o del Vecchio Continente. Ma probabilmente è giusto così: per lui, per l’Inter, per tutti. Martedì 3 giugno era giornata chiave per stabilire futuro nerazzurro, tra l’altro storia nella storia e scherzo del destino esattamente 4 anni dopo quel 3 giugno 2021, quando firmò per i colori nerazzurri. Si sapeva. Si incontravano dirigenza e allenatore. Marotta, già post finale in quel di Monaco, espresse volontà di trattener Inzaghi. Ma rinnovando: non volevano tener un allenatore in scadenza. Quindi o dentro a lungo termine, o fuori. Per ciò che è successo, anche per bei rapporti tra le parti, s’è deciso evidentemente di separare le strade. In un incontro in centro a Milano, ma non in sede: posti segreti e secondari, anti-stampa. Ma dopo essersi guardati attentamente in volto, la destinazione naturale delle cose ha dettato ciò che si stava delineando nei giorni successivi. La soluzione migliore. Rescissione consensuale ad un anno d’anticipo, immediatamente annunciato dal club. Un annuncio a dir la verità accompagnato da una lettera emozionante, a tratti strappalacrime, dell’allenatore al suo ormai ex popolo nerazzurro.
FUTURO L’Inter adesso dovrà vagliare alternative, anche perché c’è un Mondiale per Club tra l’altro alle porte. E se ne conosciamo astuzia e lungimiranza, Marotta e Ausilio si faranno trovar pronti. Hanno già contattato agenti. In pole c’è Fabregas. Lui il grande obiettivo. Ed all’Inter non direbbe di no, come ha fatto gentilmente declinando le offerte di Roma e Leverkusen. Il Como, su specifica richiesta di un allenatore che possiede anche quote del club stesso, non si opporrebbe. Ecco perché in questo momento è in testa. Non si escludono colpi di scena, sorpresa, nomi clamorosi. In ogni modo, l’Inter andava ringiovanita: Inzaghi aveva portato il suo progetto all’apice, sì, ma anche e soprattutto con calciatori anagraficamente avanti con l’età. Ma al momento, nelle immediate ore che susseguono quanto accaduto, anche questo passa in secondo piano: l’addio di Inzaghi in copertina, addio grosso, divorzio di quelli rilevanti, il mondo nerazzurro deve congedarsi dall’ormai ex tecnico nel migliore dei modi.