
Weekend di metà giugno e se la Nazionale di Gravina finalmente sembra aver sciolto le riserve ed eletto Gattuso come traghettatore a caccia di rilancio in missione per i Mondiali d’America, anche in Serie A sempre più panchine in prospettiva della prossima giornata sembrano finalmente in via di definizione: il puzzle si sta delineando e quasi tutti i tasselli ed in questo caso le pedine vanno ai loro posti. O meglio, nuovi posti. Tra le grandi l’unica che doveva sciogliere era la Fiorentina: il sogno è sempre stato Stefano Pioli. Bene, tornerà a casa. Un decennio dopo, con quel Davide Astori tatuato sulla pelle. L’ex milanista aveva già dato la parola ai viola, ecco perché la Federazione stessa ha lasciato stare. Si libererà dall’Al Nassr e arriverà a metà luglio. Progetto importante per rilanciare le ambizioni di una piazza che spesso e volentieri negli ultimi mesi ha contestato proprietà Commisso e direzione Pradé. Il primo regalo un campione agli ultimi colpi della sua grande carriera: esperienza Edin Dzeko, nelle ultime ore appenninico sorpasso sul Bologna. Pupillo di Pradé è sempre stato Daniele De Rossi, ma non poteva scommettere. Ecco che, per effetto domino post Chivu, DDR viaggia sempre più verso Parma: società differente, evoluta, internazionale. Piazza solida dove si può far calcio, perfetta per rilanciarsi. Ha vinto alla distanza il duello con Gila, ormai in chiusura a Pisa. Pure a Lecce si doveva guardar oltre Marco Giampaolo: dopo i saluti, si proseguirà col 433 e con l’idea di calcio, un decennio dopo torna Eusebio Di Francesco, nuova occasione e questa stavolta da non sbagliare dopo la doppia sfortunata retrocessione consecutiva con Frosinone e Venezia. Stavolta il materiale per far bene c’è: Difra lo sa, non può sbagliare. Smania, sarà in Salento già in settimana. A Cremona ha salutato Stroppa: scenderà a Venezia come Inzaghi stesso è sceso a Palermo. Il sogno grigiorosso è Nicola: difficilissimo, si vagliano alternative, occhio a potenziali sorprese estere.