Viterbo, scoperti 688mila euro in contanti in banca: la Finanza cercava documenti, trova un “tesoro”
6 Agosto 2025
Viterbo, scoperti 688mila euro in contanti in banca: la Finanza cercava documenti, trova un “tesoro”

VITERBO – Una perquisizione mirata si è trasformata in una scoperta sorprendente. Alla fine di luglio, durante un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Viterbo, gli uomini della Guardia di Finanza si sono imbattuti in una somma di denaro che ha lasciato tutti senza parole: 688.000 euro in contanti, ordinatamente disposti in mazzette, nascosti all’interno di una cassetta di sicurezza in una banca della città.

I finanzieri, però, non erano lì per cercare soldi. L’operazione, disposta dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi, era infatti finalizzata a reperire documenti societari e contabili nell’ambito di un’indagine più ampia, collegata a un’inchiesta avviata lo scorso anno a Terni.

In quell’occasione, ad essere finito sotto la lente d’ingrandimento era un socio del commerciante viterbese ora indagato — anch’egli residente a Viterbo — ma con un’attività economica operante in Umbria. Il nome del commerciante non è stato ancora reso noto, ma si tratta di un personaggio conosciuto a livello locale, attivo nel settore commerciale.

Un sequestro immediato per riciclaggio Davanti al ritrovamento del denaro, i militari non hanno avuto dubbi: è scattato il sequestro preventivo, con l’ipotesi di riciclaggio e autoriciclaggio.

La cifra trovata — insolitamente alta per essere detenuta in contanti — ha spinto gli investigatori ad aprire un nuovo filone di indagine, volto a capire da dove provengano quei soldi e se siano collegati a eventuali attività illecite. Si indaga ora per ricostruire la tracciabilità della somma: le autorità vogliono chiarire se il denaro sia frutto di evasione fiscale, di traffici sommersi o di operazioni finalizzate a ripulire proventi non dichiarati. In parallelo, sarà valutata la possibilità di procedere a una confisca definitiva, nel caso in cui venga dimostrata la natura illecita dei fondi. Le indagini non si fermano La scoperta in banca ha rilanciato un’indagine che sembrava concentrata su un altro soggetto e su altre vicende. Ora, invece, l’inchiesta si allarga: i rapporti tra i due imprenditori viterbesi, le attività commerciali legate a Terni, i movimenti di denaro e la gestione patrimoniale saranno al centro di nuovi approfondimenti.

Al momento non sono state emesse misure cautelari, ma la posizione del commerciante è al vaglio della magistratura. Gli inquirenti non escludono che nei prossimi giorni possano emergere nuovi indagati o essere disposti ulteriori accertamenti bancari e fiscali.

L’entità della somma sequestrata — quasi 700mila euro in contanti — solleva interrogativi anche a livello politico e sociale. In un contesto economico in cui l’evasione fiscale e il riciclaggio rappresentano nodi cruciali per le casse dello Stato, la presenza di simili cifre in contante fa riflettere sulla necessità di rafforzare i controlli, soprattutto nei confronti di soggetti economicamente attivi in più territori. Intanto, l’indagine prosegue nel massimo riserbo, ma con un dato certo: ciò che doveva essere una semplice acquisizione documentale si è trasformato in un colpo investigativo di primo piano, destinato a lasciare il segno nel panorama giudiziario locale.