VITERBO – Il dibattito sulla tutela dei centri storici arriva anche a Viterbo, dopo la presentazione alla Camera della proposta di legge A.C. 362, firmata dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari. L’obiettivo: introdurre le cosiddette “zone del commercio” nei centri storici, per consentire ai Comuni di disciplinare e autorizzare l’apertura, il trasferimento o l’ampliamento di negozi ed esercizi commerciali.
Una svolta che, se approvata, permetterebbe ai municipi di frenare la liberalizzazione totale degli ultimi anni, che ha reso possibile aprire attività ovunque e senza vincoli particolari, con l’effetto – secondo i promotori – di impoverire l’identità delle città storiche italiane.
La proposta di legge
Il testo introduce un regime autorizzatorio per l’apertura o il mutamento di esercizi commerciali all’interno delle zone individuate dai Comuni. Le amministrazioni locali potranno stabilire criteri stringenti, basati sulla sostenibilità urbana, sulla valorizzazione delle botteghe tradizionali e sulla tutela dei consumatori. Previsto anche un Fondo da 300 milioni di euro all’anno (2023-2025) per sostenere le piccole attività di vicinato nei comuni sotto i 5.000 abitanti.
Chi apre o modifica un’attività senza autorizzazione rischia la chiusura immediata e una sanzione da 1.500 a 10.000 euro.
Le parole di Andrea Micci
Sul tema è intervenuto il consigliere comunale di opposizione della Lega, Andrea Micci, che ha sottolineato come la proposta sia particolarmente attuale per Viterbo: “Basta caos nei centri storici. Serve ordine, regole e buon senso. Negli ultimi anni hanno liberalizzato tutto, senza guardare in faccia a nessuno. Il risultato? Negozi tutti uguali, botteghe storiche che chiudono, degrado ovunque. Ora basta! Con la proposta di legge della Lega, finalmente i Comuni potranno decidere quali attività autorizzare e dove. Perché un centro storico non è un centro commerciale. Ha storia, identità, equilibrio. E va rispettato.
A Viterbo abbiamo già visto dove porta l’anarchia: zero sicurezza, zero qualità, zero regole. Voglio riportare ordine e dare strumenti a chi amministra per proteggere davvero le nostre città. Con questa legge, riportiamo buonsenso e autonomia dove servono.”
Il caso Viterbo
Negli ultimi anni anche il centro storico di Viterbo ha conosciuto trasformazioni profonde: da un lato la chiusura di attività tradizionali e storiche, dall’altro l’aumento di esercizi uniformati a logiche di mercato poco attente alla valorizzazione del tessuto urbano. Una tendenza che molti residenti denunciano come perdita di identità e qualità e conseguente degrado di determinate zone.
La proposta della Lega intende offrire al Comune la possibilità di intervenire con decisione: non più spettatore delle dinamiche commerciali, ma protagonista nella definizione del volto della città.
Resta ora da capire se e quando il Parlamento darà il via libera definitivo a una legge che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe restituire regole e strumenti ai territori per preservare la ricchezza storica e culturale dei centri urbani.

