MILANO – Era il 14 febbraio scorso quando per la prima volta vi descrivamo un’indagine aperta dalla FIDAL, la Federazione Italia di Atletica Leggera, su Giacomo Tortu. Fratello più grande della vera stella di famiglia, Filippo, tra i volti più grandi dell’atletica italiana dei giorni d’oggi.
L’accusa era quella di spionaggio. Giacomo avrebbe pagato di tasca propria una somma di 10000 euro ad Equalize (l’altro grande filone di inchiesta, ma qui extrasportivo) per spiare chat, vita privata e movimenti di Jacobs, alla ricerca chissà di tracce di doping, qualcosa di illegale, qualcosa che potesse far crollare figura e carriera di un altro dei più grandi dell’atletica azzurra contemporanea.
Fatti che accadevano nei primi anni di Covid, nel complesso biennio 2020 e 2021. Bene, Giacomo, da giovane velocista ma da tempo dirigente dietro le scrivanie e dietro organizzazioni di eventi su Milano, è stato ritenuto colpevole. Il Tribunale Federale s’è pronunciato, definitivamente. Saranno 30+6, quindi 3 anni, i mesi di squalifica inflitti a Giacomo. Filippo è stato ancora una volta ritenuto estraneo ai fatti. Squalificato ed inibito, Giacomo dovrà girar alla larga da ogni campo o gara d’atletica leggera per tre anni, da tutto il movimento, da tutte le attività. La Procura Federale, pensate, ne chiedeva addirittura la radiazione.
