LATINA – Arrestati tre detenuti accusati di essere i promotori di una rivolta carceraria avvenuta lo scorso ottobre nel carcere di Latina. L’operazione rientra nell’ambito di un’indagine, coordinata dalla Procura di Latina, che ha portato all’esecuzione da parte della polizia penitenziaria di tre ordinanze applicative di custodia cautelare emesse dalla Giudice per le indagini preliminari. Nell’inchiesta, risultano complessivamente sei persone indagate. I fatti risalgono allo scorso 28 ottobre, quando intorno alle 20:30 cinque detenuti all’interno di una cella hanno dato il via a una forma di protesta con la battitura delle inferriate, per manifestare il proprio dissenso contro il regime chiuso attuato all’interno dell’istituto. Poco dopo, l’agente di servizio ha ritirato uno specchio, normalmente in uso nelle camere detentive, utilizzato dai detenuti per spiare l’attivita’ del personale. Questo ha scatenato la rivolta promossa da tre detenuti, culminata nella distruzione dei mobili e di altri beni dell’amministrazione presenti nella cella, nonche’ nell’incendio del corridoio di coperte, lenzuola e bombolette di gas.
I detenuti hanno anche rivolto minacce agli operanti della polizia penitenziaria e lanciato contro gli agenti una coperta piena d’olio incendiata con potenziale rischio per l’incolumita’ altrui. Nel corso delle operazioni di contenimento sono stati rilevati ingenti danni e un principio d’incendio in fase di propagazione, e tra gli oggetti in fiamme e’ stata individuata la presenza di una bomboletta di gas avvolta da materiale cartaceo con il conseguente rischio di esplosione. Per evitare il propagarsi dell’incendio e prevenire il rischio di detonazione, la polizia penitenziaria interveniva immediatamente utilizzando un estintore, circoscrivendo e spegnendo le fiamme impedendo cosi’ che l’incendio si propagasse all’interno del reparto detentivo. La rivolta carceraria ha determinato anche la sospensione del servizio di somministrazione farmaci agli altri detenuti. Nell’ambito della medesima indagine sono stati indagati anche altri tre detenuti.
A tre dei sei detenuti indagati e’ contestato anche un ulteriore episodio di grave violenza perpetrato ai danni di un altro detenuto. In particolare, due indagati dopo aver fatto ingresso in una cella, hanno sferrato dei pugni sul volto del detenuto con calci nelle costole e in faccia, nonche’ dopo aver afferrato un bastone della scopa gli davano dei colpi in testa cosi’ da cagionargli lesioni consistite in “contusioni craniche e del massiccio facciale” giudicate guaribili in cinque giorni. Infine, le minacce: “Se parli ti uccidiamo la famiglia perche’ sappiamo che hai una moglie e quattro figli”, sarebbero state le parole pronunciate per fare in modo che la vittima non denunciasse le lesioni subite.

