CIVITAVECCHIA – Da una parte la volontà di proseguire su una strada e su un percorso in cui anche ‘‘La Sapienza’’, così come Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e Università della Tuscia, ha dimostrato di credere, dall’altro gli ostacoli rappresentati dalla mancata comunicazione da parte del Ministero, a fine 2010 ormai, dei fondi a disposizione delle università, che non permettono di programmare e guardare al futuro. È questa la situazione in cui si trova, attualmente, il Polo Universitario cittadino, con il magnifico rettore dell’Ateneo di Roma Luigi Frati che ha confermato la volontà di andare avanti, «anche se al momento – ha spiegato, raggiunto telefonicamente – siamo ancora in alto mare. Questo perchè il ministro Gelmini ancora non ci ha comunicato il finanziamento a disposizione. Motivo per cui siamo in difficoltà per compilare il bilancio 2010, essendo ormai terminato l’anno, e non riusciamo neanche a programmare quelle che sono le attività future. Noi, come Università La Sapienza, siamo determinati ad andare avanti su Civitavecchia, consapevoli dell’importanza di un progetto del genere. Ma se domani il Ministro ci mette di fronte ad una realtà fatta di tagli e di carenze di risorse, sarò costretto a rivedere tutta l’offerta formativa, rivedendo ovviamente anche i discorsi relativi alle sedi decentrate. Finché non verrà chiarito questo aspetto fondamentale, non possiamo andare avanti». Un problema serio, quindi, indipendente dalla volontà stessa dell’Ateneo capitolino, ma che rappresenta un bel nodo da sciogliere anche a livello locale, dove il Polo Universitario cittadino, in un momento di difficoltà come quello attuale, di tutto ha bisogno meno che dell’incertezza. Tanto che la volontà di proseguire sulla strada dell’Università cittadina da parte della Sapienza era stata accolta con entusiasmo dai membri del Cda del polo locali: soprattutto perchè lo scorso anno proprio al Magnifico Rettore, venne inviata una lettera firmata dagli altri membri del Consorzio, per capire, una volta per tutte, quanto l’ateneo fosse interessato o meno a Civitavecchia. Ma se non ci dovessero essere problemi in merito alle risorse e ai finanziamenti a disposizione per l’Università, quale potrebbe essere il futuro del polo cittadino e, soprattutto, cosa dovrebbe cambiare per dare uno slancio e una inversione di rotta alla relatà locale? «Innanzitutto – ha spiegato il rettore Frati – pensiamo ad una collaborazione ancora più stretta con l’università della Tuscia, dividendoci ad esempio il percorso formativo: loro potrebbero coprire le materie base e scientifiche del primo anno, noi magari possiamo proseguire con le attività professionali e caratterizzanti. Ovviamente occorrerà rimodulare i corsi di laurea, ed avere soprattutto il sostegno degli enti locali, in primo luogo il Comune, poi ad esempio anche il porto, per strutture e finanziamenti». Il Rettore riprende poi il discorso dei finanziamenti derivanti dall’Enel, che potrebbero arrivare direttamente al Consorzio, senza passare per il Comune, «o magari siano vincolati, per evitare ritardi: quello che serve – ha infatti aggiunto – sono tempi certi per l’erogazione». Un futuro, quindi, quello del Polo Universitario locale, che non è ancora chiaro al 100%, appeso ad un filo. Con l’esigenza impellente di programmare il nuovo anno accademico, fondato su basi che siano solide.
Scuola e Università
2 Novembre 2011
«Il Ministero non ha chiarito il problema dei fondi»

