CIVITAVECCHIA – Artigiani, commercianti, imprenditori, rimasti finora in silenzio, hanno restituito simbolicamente le loro chiavi, hanno parlato delle loro difficoltà e dei problemi che affrontano ogni giorno dal momento in cui con quelle chiavi alzano la saracinesca fino a quando la sera la riabbassano. Gli unici protagonisti della manifestazione sono state le imprese, con parole, storie e testimonianze per sensibilizzare l’opinione pubblica e per far capire alle istituzioni locali e nazionali che se non ripartiranno le imprese non ripartirà nemmeno l’Italia.
“Le PMI costituiscono il 97 per cento del tessuto produttivo italiano – spiega il presidente della CNA Civitavecchia, Alessio Gismondi – ma in questo momento non esistono, il loro lavoro non è considerato un valore: si rischia di distruggere un patrimonio immenso di competenze, serietà, professionalità. Le testimonianze degli imprenditori sul palco sono le difficoltà quotidiane vissute sulla propria pelle, dalle banche che non danno più credito al rapporto con Equitalia che da ente controllore a volte si trasforma in persecutore, dalla burocrazia che ostacola ai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, che invece si presenta puntuale a riscuotere tasse e contributi”
“Il messaggio che è arrivato dalle tante voci degli imprenditori – continua Ulisse Santi, direttore della CNA Civitavecchia – è che, nonostante la forte crisi che attanaglia le loro imprese, non si rassegnano, resistono e vogliono reagire. E’ questo il momento in cui imprese, associazioni ed istituzioni sono chiamati a ritrovare una nuova identità condivisa, un progetto comune su cui lavorare per riportare la fiducia nel nostro Paese” “Ringraziamo gli imprenditori del nostro comprensorio che hanno partecipato numerosi alla manifestazione ed hanno contribuito portando le loro voci e lo loro storie in piazza”.
Economia e Lavoro
30 Novembre 2011
CNA, le voci della crisi: oltre tremila imprenditori in piazza

