logo
    Economia e Lavoro, Sanità
    20 Maggio 2020
    Sanità Privata e RSA, confermato lo sciopero del 18 giugno

    LAZIO – “Il 18 giugno sarà sciopero nazionale per un contratto atteso da 13 anni e negato nonostante il Covid. Dopo 13 anni di attesa, 2 anni e 7 mesi di trattativa e una pandemia che ha visto gli operatori della sanità in prima linea per difenderci tutti, non possiamo permettere che un diritto irrinunciabile come quello al contratto continui ad essere negato”.

    Lo annunciano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio, lanciando l’offensiva contro il muro di gomma delle associazioni datoriali, a loro dire ‘concentrate unicamente sul profitto, a discapito di chi ogni giorno rischia la vita e dei pazienti che affidano loro la propria salute’.

    “Un’ingiustizia che dura da anni, – evidenziano i sindacati – su cui l’emergenza Coronavirus ha posto ancor più sotto gli occhi di tutti. Alle stesse persone che tutti in questi mesi l’intero paese ha applaudito, a quegli stessi infermieri, oss, tecnici, terapisti, ostetriche, professionisti e personale amministrativo e di assistenza che, insieme ai colleghi della sanità pubblica, ci stanno tirando fuori da un periodo emergenziale difficilissimo, i datori di lavoro non solo stanno negando un ringraziamento tangibile, ma anche il più basilare dei diritti, com’è quello al salario, alle tutele e alla valorizzazione delle competenze. Stiamo parlando, nel solo Lazio, di 25mila lavoratori che nel complesso assicurano il 40% delle prestazioni di sanità pubblica. Vale a dire quasi la metà del SSR. Personale straordinario che ha contribuito in modo determinante, anche in condizioni di rischio per la loro stessa sicurezza, a fronteggiare l’emergenza coronavirus e ai quali è affidata l’attuazione del diritto costituzionale alla salute.

    Così come non possiamo accettare la situazione delle RSA, – spiegano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini in dove da anni si applicano condizioni contrattuali peggiorative rispetto ai loro colleghi, a parità di professione, applicando un CCNL, non sottoscritto da Cgil Cisl Uil. Operatori che in molti casi sono stati lasciati soli di fronte all’epidemia e che si sono spesi ben oltre il proprio dovere e ben oltre i rischi consentiti, per dare cura e assistenza alle fasce più deboli della popolazione. Per questo il 18 giugno i lavoratori saranno in sciopero per un intero turno in tutte le strutture sanitarie accreditata e in tutte le Rsa. È stato profondamente immorale da parte dei datori di lavoro mandare in fumo una trattativa lunghissima alzando continuamente l’asticella delle richieste economiche ai contribuenti, rifiutando di fare la propria parte di imprenditori. E ciò nonostante l’impegno del Ministero della Salute e delle Regioni che hanno messo a disposizione fondi consistenti”.

    Sulla questione, i sindacati di categoria chiedono alla Regione Lazio e alle Asl di intervenire sugli accreditamenti garantendo le regole dettate dalla legge regionale e i controlli sulle strutture private.

    “Basta con il dumping e con le furbizie, – incalzano le sigle sindacali – solo chi è in grado di assicurare condizioni contrattuali e professionali dignitose deve poter far parte del SSR. Lo abbiamo sempre detto chiaramente: stesso lavoro, stesso salario, stessi diritti. Nel pubblico e nel privato. E non arretreremo di un millimetro. Nemmeno il Covid ha fermato questi lavoratori, ora pretendiamo rispetto e riconoscimento del sacrificio e della professionalità, a partire dal sacrosanto rinnovo di contratto”.